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Canyon Grizl CF SL 8 Suspension, la prova

di - 04/02/2022

Canyon Grizl suspension in discesa su sterrato

Quello che, alla sua comparsa, poteva sembrare uno dei tanti fuochi di paglia che hanno riscaldato il mondo del pedale – il Gravel -, oggi è una consolidata realtà. Una realtà che sembra destinata non solo a durare a lungo, ma anche a svilupparsi e ramificarsi, come fece a suo tempo (senza più smettere) la MTB.

La bici da Gravel perfetta non esiste

Anche in questo mondo stiamo assistendo al fenomeno della specializzazione, per rispondere sempre più alle specifiche necessità di chi si avventura in queste terre. Il Gravel funziona perché è capace di regalare nuove esperienze sia agli stradisti sia ai biker e, nel contempo, rappresenta per i neofiti la porta d’ingresso nell’Eden delle due ruote. C’è dunque chi percorre più asfalto, chi cerca di abbandonarlo prima possibile, chi viaggia, chi dipende dal mood… Ecco perché non può esistere la bici da Gravel “totale”. Ci si può avvicinare, ma significa accettare troppi compromessi, meglio dunque ampliare l’offerta.

Fuori dal coro

Nel 2018 Canyon presentò il suo primo modello di Gravel: la Grail. Divise gli appassionati a causa della soluzione del manubrio double decker, a due piani. Era, ed è rimasta, una bicicletta molto efficace su asfalto e capace di digerire qualche divagazione off-road, con una percentuale indicativa di utilizzo pari a 60:40. Ecco dunque spiegato il perché dell’arrivo della nuova Grizl, nata per occupare quel territorio in cui le proporzioni On/Off si invertono e privilegiano i terreni fuoristrada e l’avventura. Ambiti in cui è la versatilità la dote più richiesta a una moderna bicicletta Gravel.
E qui Canyon sorprende un’altra volta, aggiungendo alla sua line-up anche una versione equipaggiata di forcella ammortizzata. In realtà non è l’unica Casa ad aver fatto questa scelta, in quanto Cannondale ha da tempo a catalogo la Topstone Lefty, dotata anche di sospensione posteriore Kingpin.

Scelta giusta?

Ad ascoltare i puristi più talebani la risposta è scontata: “Una Gravel con le sospensioni? Non se ne parla… A questo punto, prendo una MTB e ci monto il manubrio da strada“. Se devo essere sincero, il dubbio ha sfiorato anche me, ma non per il paragone con la MTB, perché sono due alternative non paragonabili. Hanno diverse escursioni, diverse geometrie e attitudini nettamente distinte su asfalto e fuoristrada.
Il dubbio si è insinuato soprattutto perché mi piace il concetto di underbiking, ossia guidare una bicicletta da strada su terreni che le sono poco congeniali, tecnici e al limite del single track. Sono bastate però poche decine di metri per “pulire” la mente e guidare questa Grizl Suspension senza preconcetti, come è giusto si faccia quando si vuole capire davvero, per poi raccontarla, una bici.

Una forcella ad-hoc

La sospensione è affidata alla Rudy di Rock Shox. Forcella sviluppata espressamente per un utilizzo Gravel, con idraulica Charger Race Day e molla ad aria Solo Air. Ha steli da 30 mm, testa lavorata dal pieni ed escursione di 30 mm. La versione montata dalla Grizl CF SL 8 è quella senza bloccaggio. Le sue dimensioni sono ottimizzate per essere abbinata a ruote da 700 C e gomme fino a 50 mm di sezione, ed è  compatibile con i parafanghi.

La curva di compressione è progressiva: la sospensione è sensibile nella primissima parte della corsa, per assorbire la maggior parte delle vibrazioni trasmesse dal terreno, e più sostenuta al crescere dell’affondamento. Certo, trattandosi di soli 30 mm, avviene tutto in modo molto rapido e l’escursione si usa sempre tutta; ma la funzione di una forcella su una bici Gravel è solo quella di aumentare il comfort e la precisione di guida. Funzione che la Rudy esegue diligentemente, per la compattezza e la rigidezza d’insieme, conferendo anche una maggiore sicurezza in entrata e percorrenza di curva.

Personalmente lamento la mancanza del lockout, perché quando ci si alza sui pedali e si spinge, la Rudy affonda e si innesca quel “pompaggio” che ti dà la sensazione di essere poco efficiente e sprecare potenza. Ripeto, si tratta soprattutto di una sensazione, perché in fin dei conti stiamo parlando di 30 mm, quindi poca cosa, però non posso far finta di non percepirla.

Non solo forcella

A migliorare il comfort generale della Grizl CF SL sono anche il reggisella e le gomme: il “bifido” Canyon VCLS 2.0 in fibra di carbonio con flip head assorbe davvero bene, sgravando la schiena e aiutando la pedalata. Naturalmente si tratta di un’ammortizzazione che non influisce sulla trazione perché sospende il biker e non il telaio, però a incrementare il grip ci pensano gli pneumatici Schwalbe G-One Bite da 45 mm. Gomme da fuoristrada con disegno del battistrada caratterizzato da tasselli piccoli e distanziati, che scendono verso la spalla e lavorano bene soprattutto sui terreni morbidi, oltre a garantire un buon supporto in curva.

In sella

La geometria della Grizl prende il via dall’impostazione della Grail, caratterizzata da un buon bilanciamento e da una posizione di guida efficace sullo scorrevole e su asfalto. Si tratta però di una geometria che ha una spiccata identità fuoristradistica, fatta di interasse maggiore (1.037 mm contro 1.029 mm, con foderi da 435 mm contro 425 mm), angolo sella più verticale (72,5°/73,5° anziché 72,5°/72,8°), rapporto stack/reach più alto (579 mm/402 mm invece di 536 mm/421 mm), attacco manubrio corto e manubrio largo. Queste misure determinano una posizione in sella che permette un miglior controllo della Grizl offroad, in discesa e sulle salite più “da lavorare”.

Inoltre, per ottenere un carro dall’ampio passaggio ruota, il fodero del lato catena è curvato verso il basso. In questo modo il telaio permette di montare gomme fino a 50 mm, impossibile sulla Grail. Infine, per marcare la versatilità della Grizl, è stata dotata di quattro attacchi sui tubi del triangolo, che possono essere utilizzati per montare i porta borraccia ma anche per una borsa (quello sul tubo orizzontale).

Come si guida

Se i trasferimenti su asfalto sono il prezzo da pagare per raggiungere la nuda terra, direi che si tratta di un prezzo equo. La scorrevolezza e l’efficacia della pedalata sono buone ma non certo all’altezza di quelle di una bici da strada, ma nemmeno della Grail (alla quale paga anche un chilo di peso: 10,09 kg contro 8,96 kg). Anche perché, come già detto, quando ci si alza in piedi sui pedali, l’effetto pompaggio si sente. Per spingere il 48/11 del GRX 800, ci vuole una bella gamba, o un po’ di discesa… Si tratta comunque di una bicicletta abbastanza reattiva e bilanciata, con cui fare chilometri non pesa certo.

La ricompensa arriva non appena i granuli di bitume lasciano il posto a terra ed erba. Finalmente a casa, la Grizl Suspension chiede di portarla per sentieri, senza preoccuparsi troppo di come diventeranno o dove si infileranno. Con il 31/34 si riesce a salire bene un po’ ovunque, anche sui fondi sconnessi, senza timore di ciottoli o radici. Sui terreni più scorrevoli, invece, si viaggia come sul velluto, con forcella, reggisella e gomme a isolare da ciò che passa sotto le ruote, facendo più velocità che pedalando su una rigida.

Il grande gap è però, naturalmente, in discesa, dove la guida con l’avantreno ammortizzato diventa più precisa e rilassata, condizione che prolunga il divertimento oltre i limiti di un telaio senza sospensioni. Ovviamente, più il fondo si arrabbia, più la Grizl e il suo biker sorridono e qualche volta credono di trovarsi su una MTB… Se poi qualcuno volesse osare ancora di più, potrebbe optare per l’allestimento con trasmissione monocorona e reggisella telescopico, per provare a non fermarsi davanti a nulla.

Conclusione

La segmentazione di Canyon è ben fatta e permette di scegliere la bici davvero adatta al modo in cui si interpreta la filosofia del Gravel. Anche il purista, il modaiolo e l’indeciso, difficilmente sbaglieranno acquisto. Dunque, la mia risposta alla domanda “Ha senso orientare la propria scelta su una bici Gravel con forcella ammortizzata?” è semplicissima: sì… a patto di averne bisogno. La Grizl Suspension nasce infatti per essere la fidata complice di biker smaliziati, per uscite aggressive con tanto offroad. E questo è ciò che le si deve chiedere, per instaurare un duraturo rapporto di vera felicità.
Da ultimo, il prezzo: 3.199 euro, sicuramente un’altra freccia all’arco di questa Canyon.

Maglia RH+ | Pantaloncini RH+ | Calze The Wonderful Socks | Scarpe Northwave | Casco Briko | Occhiali Oakley

Mi piacciono le biciclette, tutte, e mi piace pedalare. Mi piace ascoltare le belle storie di uomini e di bici, e ogni tanto raccontarne qualcuna. L'amore è nato sulla sabbia, con le biglie di Bitossi e De Vlaeminck ed è maturato sui sentieri del Mottarone in sella a una Specialized Rockhopper, rossa e rigida. Avevo appena cominciato a scrivere di neve quando rimasi folgorato da quelle bici reazionarie con le ruote tassellate, i manubri larghi e i nomi americani. Da quel momento in poi fu solo Mountain Bike, e divenne anche il mio lavoro. Un lavoro bellissimo, che culminò con la direzione di Tutto MTB. A quei tempi era la Bibbia. Dopo un po' di anni la vita e la penna parlarono di altro, ma il cuore rimase sempre sui pedali. Le mountain bike diventarono front, full, in alluminio, in carbonio, le ruote si ingrandirono e le escursioni aumentarono, e io maturavo come loro. Cominciai a frequentare anche l'asfalto, scettico ma curioso. Iscrivendomi alle gare per pedalare senza le auto a fare paura. Poi, finalmente arrivò il Gravel, un meraviglioso dejavu, un tuffo nelle vecchie emozioni. La vita e la penna nel frattempo erano tornate a parlare di pedali: il cerchio si era meravigliosamente chiuso.