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L’Enduro è morto? Viva l’Enduro!

di - 23/11/2023

Gare Enduro MTB quale futuro - approfondimento - EWS Finale 2022

Una riflessione sul primo anno di Enduro World Cup sotto la gestione di UCI e Warner Bros. Discovery, una stagione che non è stata propriamente rose e fiori e vede nuvole scure profilarsi all’orizzonte sul futuro agonistico della disciplina

A sentire UCI, l’organo di governo mondiale per il ciclismo, i partecipanti alla rinnovata Coppa del Mondo Enduro – Ora EDR, dal 2013 al 2022 EWS – sono però stati i più alti di sempre, così come il numero degli spettatori dei contenuti video contenuti nei vari canali online.

Ma allora perché si moltiplicano le voci di un forte ridimensionamento della massima serie mondiale dedicata alla disciplina? Molte di queste vanno oltre il pettegolezzo duro e puro.

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Team in fuga

Infatti, molti top team hanno abbandonato o stanno abbandonando le competizioni Enduro (Cannondale Enduro Team, Devinci Global Racing, GT Racing, Ibis Cycles Enduro Race Team, Polygon Factory Racing Team, Rocky Mountain Race Face, e Yeti / Shimano EP Racing), senza considerare che molti top rider hanno partecipato a eventi DH di Coppa del Mondo a fine stagione (tra cui Richie Rude e Harriet Harnden). Un semplice modo di passare il tempo tornando a praticare la specialità delle origini o sperimentandone una nuova approfittando del fatto che la stagione EDR finisce prima, o c’è dietro qualcos’altro?

Qualcosa a che fare con il fatto che l’interpretazione che unisce divertimento, avventura e competizione sarà morta come sport di alto livello entro qualche anno? E la crescita continua del movimento eMTB ha qualcosa a che fare con tutto questo?

Gare Enduro MTB quale futuro - approfondimento - premiazione EWS 2013
Un momento storico dell’Enduro agonistico: la festa sul palco dell’ultima tappa della prima stagione Enduro World Series 2013, chiusa a Finale Ligure – foto: Matteo Cappè/Superenduro

Addio EWS, benvenuta EDR

Le gare di Enduro sono sicuramente apparse come il futuro sportivo della mountain bike negli ultimi 10 anni, sin dalla prima e mitica edizione delle Enduro World Series nell’ormai lontano 2013. Un modo di intendere il ciclismo off-road che richiamava fortemente il mountain biking delle origini. Che rifletteva – in modo molto nostalgico per gli appassionati della prima ora – le bici “totali” di un’era geologica fa, ormai, quando non c’era così tanta frammentazione e si faceva tutto, o quasi, con esse.

Dopo 10 edizioni di EWS, complice il passaggio alla gestione congiunta UCI e Warner Bros Discovery, il primo anno di UCI Mountain Bike World Series (il nuovo nome della World Cup MTB che ingloba tutto da XC a DH passando per Enduro e Marathon) ha lasciato più di un dubbio negli operatori del settore – tra atleti, team, organizzatori, e media – e nei semplici appassionati.

Per di più si susseguono i comunicati dei team – factory o privati – che abbandonano le competizioni, così come alcuni atleti hanno sperimentato altre specialità, in particolare DH, negli ultimi round di Coppa del Mondo 2023.

Questo può essere anche visto come una conseguenza diretta delle difficoltà finanziare dell’industria ciclistica che, dopo la sbornia della pandemia da Coronavirus, è ancora in hangover perdendo quella lucidità necessaria per riprogrammare le proprie strategie.

Infatti, è impensabile che ci sia una crescita continua così sostenuta e, come affermato Davide Bonandrini, figura storia dell’industria ciclistica italiana con DSB – Semplicemente Bici, “di magazzino si muore”. E chi muore di magazzino sono anche i grossi store online che, operando con marginalità ridottissima su ampissimi volumi di vendita, quando questi calano bruscamente vedono crollare il castello di carte su cui sono costruiti.

UCI Mountain Bike World Series - Youtube Channel
Il nuovo canale YouTube di UCI Mountain Bike World Series, dove trovare highlights e contenuti speciali delle gare di Coppa

Tutto oro quel che luccica?

Facciamo un passo indietro, a quanto UCI sia contenta di come siano andate le cose quest’anno, per cercare di capire il perché ci sia la tendenza generalizzata a vedere il bicchiere mezzo vuoto. Quando il massimo organo mondiale del ciclismo lo vede invece mezzo pieno.

I dati comunicati parlano di un successo, sia per numero di iscritti – tra atleti e team – alle sette tappe della serie “pro” sia i quasi quattromila amatori che hanno partecipato in sei di questi round in giro per il mondo. Ma non solo, sempre secondo UCI anche il pubblico è cresciuto, con oltre 80 milioni di visualizzazioni complessive su tutti i social media – di cui 1,5 milioni sul canale YouTube – delle UCI Mountain Bike World Series.

Un’altra domanda sorge spontanea: se è davvero tutto oro quel che luccica, come si spiega il recentissimo annuncio della chiusura del canale pay-per-view GCN+ e la rimozione dell’app relativa?

Forse i proclami iniziali, quando c’era la volontà se non la certezza di sfruttare i grandi mezzi a disposizione di Warner Bros. Discovery – GCN ne fa parte così come Eurosport – per alzare l’asticella della disciplina per portare l’Enduro a un nuovo pubblico, non hanno trovato un concreto ma soprattutto fertile riscontro sul campo.

Perché quello che sembra davvero è che, considerando la situazione precedente, è normale una crescita dei numeri, e probabilmente sono destinati a crescere ancora. Con tutto il bene che ne viene: pubblico più ampio, probabilmente anche più generalista, e quindi nuove persone coinvolte in questo sport. Da qui può arrivare – almeno in teoria – maggiore interesse su atleti, destinazioni, e bici usate, innestando quel circolo virtuoso dove cresce anche il mercato turistico e la vendita delle bici usate dai pro della disciplina.

Questo in un mondo ideale perché, come già spiegato prima, l’industria ciclistica vive un momento interlocutorio e la propensione all’acquisto degli appassionati è ridotta al lumicino (anche gli ultimi dati comunicati da Giant e Merida confermano la tendenza).

Enduro World Cup Loudenvielle 2023 report - action
La bellezza dell’Enduro arriva anche dallo svolgersi in luoghi selvaggi e remoti, dove però la logistica e la copertura mediatica sono molto complicate – foto: UCI Mountain Bike World Series

Un problema di copertura mediatica

Numeri cresciuti, ma partendo da una base relativamente contenuta e con una gestione che appare semi-professionale rispetto ai potenti mezzi messi in campo nel corso 2023. Un qualcosa che fa venire in mente il noto claim pubblicitario “Ti piace vincere facile?”

Ma allora perché, atleti, amatori, e appassionati storcono in naso di fronte alla nuova gestione? Si stava meglio quando si stava peggio, seriamente?

Facciamo mea culpa, ci cospargiamo il capo di cenere ma noi, come molti altri, non hanno seguito con continuità le gare Enduro al pari di quelle XC e DH. Non che fosse semplice seguire le principali discipline del mountain biking agonistico, perché dal 2023 la copertura è stata per lo più dietro un cosiddetto “paywall”. In altre parole il pagamento di un abbonamento a uno dei servizi del gruppo Warner Bros Discovery, come il già citato – e defunto – GCN+, ed Eurosport+.

I motivi sono tanti, e sono i soliti: classifiche aggiornate live sul portale UCI Mountain Bike World Series, e poi Highlights post evento. Non è un mistero che l’Enduro sia uno sport poco mediatico rispetto a Cross Country e Downhill, per tutti quelle difficoltà – soprattutto logistiche – nel gestire un evento che copre un territorio molto ampio su cui sono dislocate prove speciali a volte distanti tra loro se non addirittura corse in luoghi remoti. Una caratteristica che rende difficoltoso anche raccogliere un certo numero di spettatori sul posto, tranne casi fortunati come la famosa pista DH Men di Finale Outdoor Region.

In definitiva si perdono l’immediatezza di XC, con un anello relativamente corto da ripetere più volte, e della DH, corsa su una pista su cui scendono, uno dietro l’altro, i migliori interpreti al mondo. Non entriamo nel ginepraio del nuovo format della discesa, con qualifiche seguite da semifinali e poi finali, e caratterizzato da una grossissima scrematura degli atleti protagonisti dell’ultimo atto, senza dimentica la spinosa questione dei punti UCI assegnati.

La contrapposizione Formula 1 VS Rally è assimilabile a quella XC VS Enduro, e rende molto bene l’idea: anche se i secondi, con un formato a più speciali, possono aggiungere un livello di spettacolarità superiore, sono storie molto più difficili da raccontare al pubblico rispetto a una semplice gara di tot giri sullo stesso tracciato in cui vince il primo arrivato.

Coppa del Mondo DH - Cosa bolle in pentola - sindacato piloti
Nel 2022 si parlò di un sindacato piloti nel Downhill, proposto dai francesi Finn Iles e Loic Bruni qui in foto, poi non se ne fece più nulla… un vero peccato – foto: Red Bull Content Pool

Sempre più Bike Park

Cosa fare quindi per mantenere alto l’hype delle competizioni Enduro, durante e dopo l’evento? Si è scelto di percorrere la strada di competizioni corse in bike park: area interessata decisamente meno estesa e spostamenti più facili per atleti, ma anche per organizzazione e troupe televisive tra una speciale e l’altra.

Forse in questo caso, almeno per la bellezza e la coerenza della disciplina, era meglio il caro e vecchio format, che prevedeva un anello che affrontava sentieri selvaggi in località epiche, destinate a diventare imperdibili mete per tutti gli appassionati alla ricerca di nuove ed entusiasmanti avventure in sella alla loro belva da Enduro.

Già il favorire i bike park ha fatto suonare un primo campanello d’allarme, seguito presto da un altro: solo destinazioni europee e nessuna oltreoceano, come ai bei vecchi tempi, tra Oceania e Nordamerica. Ma probabilmente, anche e soprattutto per una questione di costi – ora inferiori – si sta meglio adesso.

Un indizio che Enduro World Cup passerà ufficialmente nel giro di un paio d’anni a Enduro European Cup? Chissà…

Enduro World Cup Leogang 2023 - Isabeau Courdurier
Isabeau Courdurier impegnata nella tappa di Enduro World Cup 2023 corsa nel bike park di Leogang in Austria – foto: UCI Mountain Bike World Series

Tutti insieme appassionatamente

Altro aspetto da considerare: l’accorpamento delle competizioni Enduro con quelle XC e/o DH in alcuni fine settimana di Coppa del Mondo. Questo porta a pro e contro: da un lato, mette d’accordo chi vuole gare in tutto il mondo con chi ritiene che i costi di partecipazione siano troppo alti, essendo la logistica già pronta; dall’altro, aggiunge complicazioni in termini di spazio essendo molte località già molto poco ricettive.

Senza dimenticare che l’organizzazione congiunta UCI e Warner Bros. Discovery tiene molto – troppo? – in conto le esigenze del secondo, che è un enorme gruppo cinematografico e televisivo, per il quale la razionalizzazione e la mercificazione delle gare di mountain bike sono la chiave per renderle redditizie. Quindi non stupiamoci se vengono prese in considerazione offerte provenienti da località che vogliono “apparire” invece che essere influenzate esclusivamente dalla reputazione presso gli appassionati. Questo è uno dei motivi, forse il principale, per cui l’anno prossimo si correrà a Bielsko Biala in Polonia e Bellwald in Svizzera, senza scomodare Mairiporã in Brasile per il Cross Country (qui il calendario completo).

La transizione alla nuova gestione – per organizzazione, promozione, e rappresentazione – non è indolore e, come ogni fase di crescita che si rispetti, non mancheranno inevitabili dolori.

Prezzi bici - approfondimento - cover
Prezzi alle stelle per le bici, ma anche tante sconti, per un mercato che non scoppia di salute – Immagine elaborata con Adobe Express

Un 2023 difficile per l’industria ciclistica

Faccio un passo indietro, alla crisi dell’industria ciclistica, dovuta a vari fattori, tra le complicazioni del post-Covid alla sfavorevole congiuntura internazionale sia politica sia finanziaria. Un passo indietro che serve anche per spiegare l’addio di molti team, sponsorizzati più o meno direttamente da alcuni attori protagonisti della scena bici.

In una situazione di crisi, anche e soprattutto per marchi gestiti da fondi d’investimento, la “salute” finanziaria è intoccabile, portando a tagliare tutto quello che si può: atleti, ambassador, dipendenti. Per non parlare delle sforbiciate al budget dedicato al marketing e al rinvio dell’introduzione di nuovi prodotti a data da destinarsi (vedi alla voce “magazzini da svuotare”). Obiettivo: sopravvivere. Chissenefrega se al consumatore finale importa più il benessere che gli porta praticare, a vari livelli, il suo sport preferito investendo il giusto, più dei guadagni finanziari concreti con crescita costante anno dopo anno del grosso investitore di turno.

Ma questa gestione “fredda” a cosa porta? Prezzi elevati e spesso fuori scala anche e soprattutto per allestimenti d’ingresso sul mercato o intermedi. Con il risultato che le bici già costose, ma ancora più costose – qualcuno direbbe “come una moto” – si continuano a vendere, mentre le altre sempre meno, anche a causa del potere d’acquisto sempre più ridotto, cosa molto sentita da noi italiani. Ma questa è (anche) un’altra storia.

Ma alla fine, almeno per quanto riguarda i tagli di atleti e team, capiamo la strategia di alcuni marchi: perché pagare trasferte, iscrizioni alle gare, bici, ricambi, e meccanici, a pro rider che la maggior parte di noi appassionati non vedrà correre né sul campo e neppure negli striminziti contenuti video post evento?

Pivot Shadowcat - lifestyle
Le Enduro stanno diventando sempre più esclusive e impegnative da guidare, con un inevitabile ritorno di fiamma per le più accessibili e versatili Trail Bike – foto: Pivot Cycles

Ritorno alle origini?

Ma quindi l’Enduro è destinato a sparire? Assolutamente no! Almeno, il modo preferito da molti di noi per andare in bici non sarà intaccato in modo significativo, a differenza però del suo più alto livello, quello delle competizioni di classe mondiale.

Dobbiamo solo ringraziare il mondo dell’Enduro, ma anche quello del Gravity, se ora guidiamo e pedaliamo quelle fantastiche bici “totali” di adesso. Anche il Cross Country è cresciuto moltissimo, riprendendo il ruolo di disciplina regina del ciclismo off-road grazie all’evoluzione fatta di percorsi più tecnici e spettacolari che hanno spinto l’industria ciclistica ma anche gli atleti a compiere un enorme balzo in avanti, rispettivamente per capacità delle bici e per il mix tra abilità tecniche e preparazione atletica.

Forse molti tracciati XC di Coppa del Mondo sono un po’ troppo estremi, e lontani dalle effettive capacità degli amatori, ma questo non intacca minimamente la voglia di continuare a fruire di questo fantastico spettacolo. I massimi livelli di una disciplina richiedono il massimo impegno, l’attrezzatura migliore, e i percorsi più esigenti, non c’è storia. E in cima alla piramide si arriva dopo aver compiuto una bella e faticosa scalata, fatta di impegni progressivi con una bella scrematura. Questo vale per ogni sport, anche e soprattutto per XC, Enduro, e DH.

Una piramide alla cui base stanno gli eventi locali, alcuni davvero popolari e iconici, ma che poco condividono con quelli EDR, a parte il fatto che sempre di Enduro si tratta. Sono questi che alla fine alimentano e tengono viva la brace del movimento, che lo compattano e fanno crescere anche e soprattutto in modo sostenibile la comunità dei biker.

Gare Enduro MTB quale futuro - approfondimento - 4Enduro azione
Il 4Enduro è un esempio di serie interregionale ben organizzato – foto: 4Enduro

Meno Enduro e più Trail Bike?

Una comunità, gestita in buona parte dei casi da associazioni di appassionati che si impegnano nel tempo libero senza speranza di veri guadagni. Appassionati che, armati di attrezzi da trail building, costruiscono, migliorano, curano la rete di sentieri locali. Una rete di trail che, per prima cosa, deve essere accessibile, entusiasmante, sfidante, e con il giusto grado di diversificazione e progressione. A cascata, in alcuni fortunati casi diventare anche un perfetto terreno di sfida per le competizioni Enduro.

Ma alla fine, quello che conta davvero, è il piacere di andare in bici, un certo modo di andare in bici che sfuma dal Trail Riding all’Enduro propriamente detto. Dall’escursionismo a tutto tondo sui tracciati collinari dietro casa ai più inaccessibili percorsi di alta montagna, dove serve un mezzo “totale” capace di portarti ovunque sempre con la stessa soddisfazione. Il reale bilanciamento tra capacità in salita e in discesa in realtà è l’aspetto che conta di meno per il divertimento, entrando in campo solo ed esclusivamente quando si tratta di lottare contro il cronometro in discesa per chi gareggia, o contro i propri demoni personali per chi invece ama il lato più ludico e avventuroso di quello che possiamo riassumere nel termine All-Mountain.

Ma davvero pensate che la spinta per l’appassionato arrivi più della copertura delle gare di Coppa del Mondo che dalla facilità di accesso a diverse rete di sentieri diversificate per tipologia e impegno, così da soddisfare la propria fame di bici? O di gare regionali e nazionali più o meno tecniche e sfidanti?

Certo, a tutti piacerebbe seguire al meglio le gesta dei nostri beniamini, ma alla fine, gli ingredienti principali del nostro piatto preferito, sono ben altri. E quello che mi piace pensare, è che la ciliegina sulla torta sia l’esperienza da condividere.

Cristiano Guarco - 4bicycle - portrait 211127

Ciao a tutti, sono Cristiano Guarco, appassionato da una vita di mountain bike ma anche del movimento ciclistico in ogni sua forma. Da circa 20 anni ho fatto della mia passione la mia professione, una grande fortuna raccontare questo mondo, per parole e immagini, che tanto mi ha insegnato e continua a insegnare ma anche ispirare.