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SRAM XPLR, menu completo

di - 09/03/2024

foto Martina Folco Zambelli | HLMPHOTO

Quando si cominciò a sentir parlare di Gravel, gli adepti di questa nuova religione pedalavano per lo più su bici da Ciclocross. C’era anche chi lo faceva seduto su una stradale in acciaio, pagando però il prezzo di non poter montare gomme paragonabili alle pur striminzite 33 mm, ammesse dalla UCI nel regolamento CX. Ma anche sulle bici da Ciclocross, la situazione non era molto migliore. A causa dei freni cantilever e dei passaggi ruota, infatti, per chi riusciva a farci stare un 35 mm si invocava il miracolo.
Non esisteva, ovviamente, componentistica specifica, men che meno trasmissioni sviluppate ad-hoc. Il gruppo che andava per la maggiore era lo Shimano Ultegra 2×11, nella sua configurazione con cassetta più “dentata”, per poter affrontare con una pedalata meno imballata le salite più dure.

Di acqua sotto i ponti e di fango sotto le ruote ne è passato moltissimo e, oggi, il Gravel è la dimensione del Ciclismo che più ha cambiato gli assetti del mercato. Lo ha fatto mangiando una fetta dell’offerta di bici allround e rimpolpando i cataloghi di ogni brand, compreso quelli che producono componentistica, abbigliamento e accessori.
Se a Shimano va riconosciuto il merito di aver sviluppato la trasmissione probabilmente più performante per questa disciplina, quel GRX che oggi ha guadagnato le 12 velocità (leggi qui la nostra prova), all’eterno rivale SRAM va il merito di aver dato vita e un sistema completo, che permette di vestire un telaio e cominciare a pedalare.

Si chiama XPLR e riunisce, sotto questo acronimo, prodotti di tre del marchi che orbitano nella galassia del gruppo statunitense: SRAM, Rock Shox e Zipp. La collezione comprende cinque componenti, che possono essere mixate secondo i gusti e le esigenze di ciascuno e e tre opzioni di trasmissione.

Trasmissione

SRAM Rival XPLR eTap AXS (deragliatore 300 euro, cassetta 169 euro, guarnitura 170 euro) – Disponibile nelle tre varianti RED, Force e Rival, è una trasmissione 1x, con cassetta 10-44 denti e guarnitura da scegliere fra le opzioni 38-46 denti (RED e Force hanno pedivelle carbon). Il funzionamento è wireless, come la sigla AXS lascia intendere, e la catena è la X-Sync di SRAM.

Ruote

Zipp 101 XPLR (918 euro | 1.023 euro) – Una ruota specifica per Gravel, robusta, confortevole ma reattiva. Utilizza mozzi Zipp ZR1 a 66 punti di ingaggio, ha larghezza del canale pari a 27 mm così da poter ospitare anche pneumatici di ampia sezione ed è disponibile nelle misure 700 c e 650 b.

Pneumatici

Zipp G40 XPLR (76 euro cad.) – Con una sezione di 40 mm e una carcassa da 127 TPI, unite a un disegno dei tasselli piuttosto fitto, privilegiano scorrevolezza e velocità, senza tuttavia disdegnare i terreni tosti. Merito anche della protezione in aramide, da fianco a fianco. Sono compatibili con cerchi hookless e pesano 480 g.

Cockpit

Zipp Service Course SL 70 XPLR (136 euro) – Un manubrio allroad, che presenta un reach di 70 mm e un drop di 115 mm, uniti a un flare di 5° e un outsweep (la rotazione verso l’esterno del drop sotto l’attacco delle leve) di 11°.

Forcella

Rock Shox Rudy Ultimate XPLR (917 euro) – Caratterizzata da steli da 30 mm e sistema di ammortizzazione Charger Race Day con sistema ad aria SoloAir™. Compatibile con pneumatici fino a 50 mm di sezione, offre due opzioni di escursione, 30 mm e 40 mm e consente il montaggio di un parafango corto o completo.

Reggisella telescopico

Rock Shot Reverb AXS XPLR (633 euro) – Ha diametro di 27,2 mm, utilizza un sistema ad aria ed è attivato con comando wireless. Compatibile con selle con Rail 7×10 mm, offre due opzioni di escursione, 50 mm e 75 mm e due lunghezze, 350 mm e 400 mm.

Mi piacciono le biciclette, tutte, e mi piace pedalare. Mi piace ascoltare le belle storie di uomini e di bici, e ogni tanto raccontarne qualcuna. L'amore è nato sulla sabbia, con le biglie di Bitossi e De Vlaeminck ed è maturato sui sentieri del Mottarone in sella a una Specialized Rockhopper, rossa e rigida. Avevo appena cominciato a scrivere di neve quando rimasi folgorato da quelle bici reazionarie con le ruote tassellate, i manubri larghi e i nomi americani. Da quel momento in poi fu solo Mountain Bike, e divenne anche il mio lavoro. Un lavoro bellissimo, che culminò con la direzione di Tutto MTB. A quei tempi era la Bibbia. Dopo un po' di anni la vita e la penna parlarono di altro, ma il cuore rimase sempre sui pedali. Le mountain bike diventarono front, full, in alluminio, in carbonio, le ruote si ingrandirono e le escursioni aumentarono, e io maturavo come loro. Cominciai a frequentare anche l'asfalto, scettico ma curioso. Iscrivendomi alle gare per pedalare senza le auto a fare paura. Poi, finalmente arrivò il Gravel, un meraviglioso dejavu, un tuffo nelle vecchie emozioni. La vita e la penna nel frattempo erano tornate a parlare di pedali: il cerchio si era meravigliosamente chiuso.