La nuova Trek Slash di sesta generazione ha una sospensione High Pivot e ruote Mullet, che la rendono decisamente alla moda, ma c’è molto di più oltre allo stile trendy
Trek si è data da fare negli ultimi anni, trasformando vecchi modelli e rilasciandone di nuovi più velocemente di quanto si possa dire “Oompa Loompa doompety-doo”.
La precedente generazione di Slash – la quinta – è uscita solo nel 2021, mentre lo spazio intermedio è stato riempito da una Fuel EX completamente rivisitata (il nostro test qui), dalla gemella diversa Fuel EXe motorizzata TQ, da una Rail Full Power aggiornata. Trek sta facendo passi da gigante e non ha intenzione di restare con le mani in mano.
La nuova Slash è un grande salto in avanti rispetto alla vecchia bici, con il cambiamento più evidente nel perno alto con puleggia (quasi) concentrica: qualcosa che anche GT e Cannondale hanno utilizzato con le rispettive Force (qui il nostro test) e Jekyll, e che marchi più piccoli come Forbidden e Norco hanno sperimentato ancora prima.
I vantaggi di un sistema di questo tipo sono ormai ben noti. Trek è in grado di controllare meglio l’anti-squat, ovvero la capacità della bicicletta di resistere alla compressione in accelerazione per effetto della pedalata o della percorrenza di una curva.
In effetti, dichiara un anti-squat superiore al 100% per tutta l’escursione, a differenza della quinta generazione – ora siamo alla sesta – che lo perdeva quasi durante l’affondamento del retrotreno.
Il nuovo design High Pivot di Trek Slash Gen. 6 offre anche un percorso arretrato dell’asse ruota posteriore, senza i problemi di crescita della catena e di contraccolpo sui pedali – pedal-kickback – che ne derivano, oltre ad assorbire meglio i cosiddetti urti ‘square-edged’ (a spigolo vivo), come le grosse rocce o le radici.
Questo potrebbe rivelarsi più efficiente in termini di trasferimento di potenza e meno incline di altri modelli di rinvio su puleggia a diventare inefficiente quando è pieno di detriti e fango. Il tendicatena inferiore, quasi altrettanto grande (15 denti), serve a garantire che la catena “abbracci” abbastanza denti della corona anteriore quando si girano i piedi sui pedali.
Trek sostiene che ci sono anche altri vantaggi, come una minore crescita della catena, maggiore fluidità in pedalata, e minima sollecitazione della gabbia del deragliatore (comunque tiratissimo quando la catena sta sui rapporti grandi).
Il marchio statunitense ha abbandonato le ruote da 29 pollici davanti e dietro per passare a una combinazione trendy Mullet, che presenta alcuni vantaggi in termini di peso, robustezza e passaggio ruota al posteriore, mentre la taglia small è da 27,5 pollici davanti e dietro.
C’è anche la possibilità di passare a una configurazione 29er e guadagnare più velocità, con un supporto inferiore dell’ammortizzatore dedicato e venduto separatamente, anche se il nuovo elegante parafango posteriore dovrà essere smontato.
Trek ha pure abbandonato il suo storico chip di regolazione della geometria Mino Link, in parte a causa di questa staffa, che alza o abbassa l’altezza del movimento centrale della bicicletta per adattarsi alla diversa dimensione della ruota posteriore. Non ce n’è proprio bisogno, perché tra gli optional troviamo le calotte della serie sterzo eccentriche, per modificare l’angolo di sterzo di 1°.
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Nata per i biker radicali
La taglia Small con ruote da 27,5” è un’aggiunta interessante, che non può essere costata poco per telai e componenti aggiuntivi. La bici più piccola è compatibile con un telescopico da 170 mm, è ancora in grado di montare un portaborraccia, e potrebbe essere l’ideale per i biker più radicali nella guida che pensano che le bici di oggi siano troppo stabili e “tranquille”.
Il resto di noi è ben servito con una geometria migliore sulla Slash Gen. 6, di mezzo grado più aperta della quinta, con l’angolo sterzo che passa a 63,5°. Non c’è molta differenza, ma con una Fuel EX da 64,5°, Trek ha chiaramente sentito il bisogno di mettere un po’ di distanza tra le due. Anche l’escursione è aumentata di 10 mm, passando a 170 mm, per allinearsi alle migliori Enduro a lunga escursione.
Trek ha fatto bene a far sentire i ciclisti a proprio agio su tutte le sue bici, con Fuel EX, Slash e Top Fuel che condividono misure di reach molto vicine: intorno a 450 mm nella taglia media, e 488 mm in quella grande della Slash.
È stata inoltre aggiunta una lunghezza dei foderi specifica per ogni taglia, in modo che la bici possa rimanere bilanciata in ogni situazione, mentre l’angolo del piantone sella è ora di 77°, più adatto alla pedalata. La bici è ora in grado di accogliere un dropper post da 200 mm anche nella taglia media, il che significa che un ciclista più alto potrebbe optare per una misura più piccola e trovarsi comunque in una buona posizione di pedalata.
Infine, Trek ha perfezionato il vano portaoggetti interno con uno sportello più grande, una chiusura più agevole e cavi instradati meglio (per fortuna senza passaggio nella serie sterzo), mentre il resto del telaio riceve un nuovo e opportunamente dimensionato batticatena, due protezioni del tubo obliquo a doppia densità e sostituibili, e un ulteriore strato protettivo in carbonio al di sotto della vernice.
L’utilizzo di un perno alto nella nuova Slash è una decisione interessante da parte di Trek, soprattutto perché la vecchia bici era così dannatamente valida e scendeva in modo così convincente.
Forse l’intenzione era quella di migliorare l’efficienza della pedalata, di aiutare la bici a gestire meglio la sua corsa al posteriore, o semplicemente di stare al passo con le ultime tendenze del settore.
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Nebbia da diradare
Mi sono già fatto un’idea, confermando l’opinione diffusa che ci sono bici High Pivot buone e cattive, e con il pedigree della Slash è facile scommettere su quale sia il risultato.
Al di là del radicale approccio adottato per la sospensione posteriore, il puro feeling alla guida non può non prescindere dall’approccio Mullet per le ruote.
Sensazioni non sempre nette e positive, così mi sono fatto mandare la staffa opzionale per rendere la Slash Gen .6 una 29 er, e così diradare la foschia del dubbio per una visione più chiara e globale. Per procedere non solo con una prova più completa, ma anche per realizzare un confronto più profondo e realistico con quella Gen. 5 che ho tanto amato.
Un test che vedrà protagonisti anche gli pneumatici VIttoria Enduro Race – Mazza anteriore e Martello posteriore – con il nuovo inserto Air-Liner Protect Enduro montato al retrotreno, sia per la configurazione 29er sia per quella Mullet.
Carne al fuoco ce n’è tanta, pronti per essere rimpinzati per bene e a lungo?
[foto: Carlo De Santis | spot: Finale Outdoor Region]