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Long Term Test: Trek Slash, è stato bello finché è durato

di - 28/10/2022

Andreani ProImpact - 08

Dopo più di un anno e mezzo di utilizzo della Trek Slash 9.7 MY21, e un paio di mesi da quando l’ho restituita, è arrivato il tempo delle doverose riflessioni e analisi a mente fredda.

Quello che vi apprestate a leggere non è il solito test di lunga durata. In realtà è un articolo diverso dal solito, dedicato a quella che è stata una fedele compagna di scorribande per più di un anno e mezzo. La Trek Slash 9.7, enduro 29er con telaio in carbonio con montaggio “base” migliorato in alcune parti nel tempo.

Trek Slash 9.7 MY20 Long Term Test - 03
Trek Slash 9.7 MY20, usata per un anno tra il 2019 e il 2020

Un lungo amore

Sono arrivato alla Slash 9.7 MY21 dopo essere passato per la generazione precedente, usata e abusata per circa un anno, dall’autunno 2019 a quello 2020 (qui il test di lunga durata). Nel mio lavoro mi è capitato di provare molte iterazioni dell’enduro di casa Trek, quindi posso dire di conoscere bene come si è evoluta e maturata nel tempo.

Questa ultima iterazione mantiene la sua innata versatilità, addirittura esaltata dalla giusta applicazione, senza strafare, della moderna geometria progressiva. È bassa, lunga e aperta, ma anche con quote ben calibrate per la lunghezza del carro e per l’inclinazione del piantone sella.

Cosa significa? Che a sella bassa si guida in modo assolutamente naturale e con la massima confidenza in discesa, una volta riportato il telescopico alla massima estensione si riescono ad aggredire salite tecniche potendo contare su una trazione fenomenale al retrotreno e su una posizione assolutamente efficace, per spremere watt sui pedali e controllare la bici mentre guadagna preziosi metri di dislivello.

Una enduro 29er in cui mi sono trovato a mio agio dall’inizio, con una messa a punto iniziale relativamente semplice e rapida, che apre subito il mondo del divertimento al biker.

Qui il video con le mie impressioni iniziali

Specifiche: alti e bassi

Non mi dilungo oltre, facendo un passo indietro, sulle specifiche della Trek Slash 9.7 MY21. È la enduro carbon d’ingresso sul mercato per Trek, con elementi tra la bassa e la media gamma, alcuni dei quali possono fare storcere il naso. La trasmissione è un mix tra GX e NX Eagle di casa SRAM, i freni solo Code R con rotori da 200 mm all’anteriore e 180 mm al posteriore, mentre la forcella è una basica Float 36 Rhythm da 170 mm di casa Fox.

Ruote, pneumatici, cockpit, reggisella e sella Bontrager di serie sono una buona selezione per iniziare ad apprezzare questa Slash, così come l’ammo Fox Float Performance DPX2 EVOL fa il suo sporco lavoro nel sostenere l’utilizzatore nelle sue scorribande.

Lo scheletro della bici è il bel telaio in carbonio OCLV Mountain di casa Trek, super solido e ben rifinito, con alcune chicche come il portaoggetti interno al down tube, il blocco di rotazione dello sterzo Knock Block 2.0, il rocker link in magnesio con Mino Link per variare la geometria, e la prestante sospensione posteriore ABP da 160 mm. Tutti i dettagli qui.

Trek Slash 9.7 MY21 - action autunno
In sella alla Trek Slash 9.7 MY21 in ogni condizione meteo, qui in pieno autunno con una perfetta combinazione cromatica tra foglie e telaio

È stata una bici che ho amato da subito, con qualche ‘ma’ come avrete intuito. La trasmissione me la sono fatta andare bene, perché ha sempre fatto il suo sporco lavoro pur non eccellendo più per rapidità che precisione della cambiata, e contando sun un pacco pignoni di basso livello, uno SRAM PG-1230 12 velocità con sviluppo da 11 a 50. Più che sentire la mancanza del 10, è il 52 che si desidera sulle ascese davvero ripide o quando si è molto stanchi durante lunghi giri.

Ho mantenuto anche le ruote Bontager Line Comp 30. È un prodotto onesto, non leggerissimo, ma solido e con una scorrevolezza che mi ha davvero sorpreso in questa fascia di prezzo. La configurazione tubeless è rapida e indolore – di gomme ne ho cambiate tante! – e la manutenzione ordinare è stata ridotta all’essenziale.

Che dire della forcella? Il vero punto dolente della bici, un vero peccato, perché sarebbe bastato uno ‘zic’ in più – Fox Float 36 Performance – per alzare l’asticella di feeling e performance. Ma i product manager di Trek avranno fatto i loro conti e deciso per la basica Rhythm.

Enduro ma non solo

È vero che la scelta delle specifiche deve rispondere alle reali necessità dei biker e all’effettivo uso sul campo. Ma è anche vero che siamo tutti diversi, e ognuno di noi coglie un dettaglio più di altri, si esalta con una caratteristica invece di un’altra, ma soprattutto usa la sua bici un determinato contesto. Un contesto fatto di ambiente, terreni, e sentieri diversi tra loro ma al tempo stesso corrispondenti a una certa interpretazione del mountain biking.

Nel caso di questa Trek Slash, siamo nel campo dell’enduro, ma la sua anima versatile e il suo peso relativamente contenuto – 14,89 kg in taglia L nella configurazione iniziale con pneumatici tubeless – la avvicinano al mondo dell’escursionismo a tutto tondo, o trail biking. O comunque la rendono un’arma efficace anche per le avventure alpine o i tour di più giorni in autosufficienza, con le opportune modifiche.

Trek Slash 9.7 MY21 long term test - Monte San Vito
Ammo EXT Storia V3 Lok e Ochain Active Spider alcuni dei pezzi forti montati sulla Trek Slash 9.7 MY21

Cucire la bici su di sé

Ho iniziato, dopo una prima e necessaria fase conoscitiva con il setup di serie, a cucire la bici su di me. Considerando dove pedalo di solito, i giri che mi piacere fare quando pedalo lontano da casa, e naturalmente le necessità imposte dal mio lavoro: provare componenti disparati.

Andreani ProImpact - cover
Kit Andreani ProImpact in versione Enduro

Fase 1: la forcella

Ho iniziato ovviamente dalla forcella, al cui interno ho montato il kit Andreani ProImpact in versione enduro, un toccasana per prodotti di basso livello per elemento elastico ma soprattutto cartuccia idraulica.

ProImpact è un sistema di tuning per forcella adatto ai biker più sgamati, sia nella tecnica di guida sia nella padronanza della manutenzione ordinaria e straordinaria della propria bici. In pochi minuti è veramente possibile personalizzare la messa a punto della propria sospensione anteriore, adattandola al proprio approccio in sella e ai terreni affrontati abitualmente.

Il feeling nella guida è cambiato, ma non è stato stravolto, sembrava di avere la stessa forcella ma più “piena” nella fase centrale del travel. Quello che ho apprezzato di più, oltre al maggiore sostegno, è lo smorzamento delle vibrazioni naturalmente trasmesse dall’avantreno al manubrio, conciliando diverse esigenze: prestazioni e comfort. Grande vantaggio, la capacità di portare performance e feeling a un livello superiore con una spesa tutto sommato contenuta, a partire da 40 € + IVA per il kit, in modo rapido e semplice.

Fase 2: gli pneumatici

Le gomme Bontrager sono un prodotto onesto, che mi piace in particolare per il trail riding. Ma su questa Slash non ho mai digerito quella da 2,60” all’avantreno, troppo voluminosa e poco intuitiva nella guida.

Il passaggio alla classica accoppiata Assegai 2,5” & Dissector 2,4”, in configurazione WT Exo+ 3C MaxxTerra TR è stato quasi immediato. È una configurazione quasi senza compromessi, una delle più efficaci in ambito enduro e gravity, almeno per chi cerca il massimo per grip e supporto quando il gioco si fa duro per pendenza e tecnicità del terreno (qui il test della Dissector, qui invece la preview della Assegai).

Trek Slash 9.7 MY21 long term test - Bifrost salita
Maxxis Assegai davanti e Dissector dietro, accoppiata aggressiva per l’enduro

Che dire? Belle da vedere, con i design studiati per azzannare il terreno e non lasciarlo più. Cosa desiderare di più? Magari una mescola 3C MaxxGrip davanti, mettendo però in conto una piccola perdita in scorrevolezza. Forse, il giusto prezzo da pagare… peccato non aver avuto il tempo di provare la nuovissima Shorty 2 con carcassa Double Down e mescola 3C MaxxGrip, quella che promette di essere una validissima intermedia all’anteriore, ideale per i terreni in condizione mista della stagione fredda e umida.

Cushcore Pro 29 - 04
Cushcore Pro 29 nella sua confezione molto curata

Fase 3: gli inserti per le gomme

Il primo prodotto su cui sono generalmente scettico: l’inserto protettivo per lo pneumatico. Questo Cushcore Pro 29 (https://www.4actionsport.it/cushcore-pro-29-le-prime-impressioni/) poi prometteva realmente tanto: migliorare la precisione in curva e smorzare gli urti oltre al naturale compito di proteggere i cerchi da eventuali danni, ma è stato veramente così?

Essere scettici non è mai una brutta cosa, ma ero in ogni caso curioso di scoprire se questo prodotto era solo un troppo caro salsicciotto da piscina tagliato a metà, o se al contrario un qualcosa di miracoloso. Promesse mantenuto? Sì, alla grande!

Ho avuto la fortuna di testare Cushcore Pro 29 su una grande varietà di terreni e in alcune delle condizioni più difficili già dall’inizio, durante una traversata di due giorni dal Monferrato al Finalese. 107 km e +2.900/-3.100 m di dislivello possono bastare?

Trek Slash 9.7 MY21 - Colla del Termine
Trek Slash 9.7 MY21, con le tre borse Evoc e la fascia Granite Design Rockband+, alla Colla del Termine, sull’Alta Via dei Monti Liguri

Il primo cambiamento notevole è il feeling morbido e soffice che offrono le gomme. Questo si riconduce al minore volume d’aria dovuto alla presenza dell’inserto cuneiforme. Con la stessa pressione d’esercizio, la sensazione è proprio quella di una superiore morbidezza. Si è portati a credere che questo possa portare a una minore velocità in salita e a una maggiore resistenza al rotolamento. Tuttavia, la realtà è ben diversa, come dimostrano anche le medie di percorrenza.

L’effetto di smorzamento è notevole, soprattutto sugli impatti di media e alta entità, risparmiando il lavoro delle sospensioni. Lo pneumatico assorbe meglio anche gli urti laterali, con un effetto più evidente sull’avantreno che riduce al minimo gli scostamenti laterali quando si passa attraverso tratti scassati, costellati da ostacoli naturali. In realtà è il comportamento in curva il maggior pregio di questo sistema di inserti. Il merito è la forma a cuneo che spinge contro la parete interna dello pneumatico.

Cushcore Pro 29 - lifestyle 01
Cushcore Pro 29 è stato inizialmente montato all’interno degli pneumatici Bontrager Team Issue di serie: XR5 29×2,60″ all’anteriore e XR4 29×2,40″ al posteriore. Entrambi tubeless ready, con carcassa 120 TPI e protezione Inner Strenght sui fianchi

La messa a punto iniziale ha richiesto tempo e attenzione per arrivare al giusto equilibrio, quel punto in cui si smette di percepire lo sgradito effetto rimbalzo di una gomma tubeless troppo gonfia, avendo ancora un leggero margine di azione verso il basso prima di incorrere nel rischio di pizzicature e flessioni dei fianchi.

Se state cercando di migliorare il modo in cui la vostra mountain bike da enduro/gravity si guida e si percepisce, il tutto proteggendo le gomme e i cerchi, allora non cercate oltre. Il prezzo è elevato, indicativo di 168 € (149 $ sullo store online), anche il peso non scherza, 267 g a inserto a cui aggiungere i 6 g per la valvola, ma considerando i vantaggi in termini di prestazioni e di protezione dalle pizzicature, è uno sacrificio che si può compiere volentieri.

KS Lev Integra 175 - review - cover
KS Lev Integra 175

Fase 4: il telescopico

Questa non è stata una reale necessità, ma KS ha bussato alla porta per la prova del nuovo Lev Integra in diametro 34,9 mm, abbassamento di 175 mm e comando Southpaw compatibile SRAM Matchmaker. Potevo tirarmi indietro? La risposta è scontata.

L’ho apprezzato molto, innanzi tutto per l’elevato abbassamento unito a un inserimento ridotto nel telaio, passando poi per l’azione fluida e il gioco minimo. Menzione di merito anche per la facilità nel montaggio e nella configurazione, e per l’ergonomia della leva sul manubrio. Chi cerca prestazioni solide e ampie opzioni per il montaggio, anche su telai non così recenti su cui aumentare il travel a parità di lunghezza, trova in questo KS pane per i suoi denti.

Fizik Terra Aidon X3 sella mtb - review - cover
Fizik Terra Aidon X3

Fase 5: la sella

Anche in questo caso si è trattato di uno sfizio, ma avercene di sfizi così! La ricerca di una seduta perfetta è sempre ardua, siamo tutti diversi e pedaliamo bici diverse in modo diverso.

La serie di selle Terra Aidon di Fizik, nata specificamente per regalare comfort, supporto ed efficienza nelle avventure off-road, anche e soprattutto in eMTB, mi ha subito incuriosito per il suo design particolare: naso largo, struttura corta, ampio canale centrale, e imbottiture differenziate. Ho provato il modello X3, il più versatile, che si colloca al centro della famiglia, indicata anche per impieghi trail ed enduro.

Chi cerca una sella comoda e funzionale alle più recenti tendenze del mountain biking – soprattutto a pedalata assistita – trova in questa Terra Aidon X3, e in generale nell’intera famiglia, un prodotto riuscito. Il look è piacevole, con un mix efficace tra linee nette e curve. La comodità è da prima della classe, anche durante lunghe pedalate, minimizzando l’affaticamento e regalando grande confidenza al biker. Inoltre il rivestimento in microfibra resiste a graffi e abrasioni, oltre a trattenere poco sporco e asciugarsi rapidamente.

Trek Slash 9.7 MY21 long term test - Bifrost Trail
Sul trail Bifrost di Guardamonte con i dischi freno Galfer Wave da 2 mm di spessore

Fase 6: i freni

Per i freni ho risolto montando pastiglie Billet della serie Enduro, più durevoli ma soprattutto con più mordente, e un rotore da 200 mm anche al retrotreno. Infine, per breve tempo dovendo iniziare a preparare la bici per la restituzione, anche i rotori Galfer Wave con spessore di 2 mm, questi sì in grado di alzare il livello della frenata per prevedibilità e consistenza su lunghe e impervie discese, dove – bene o male – si è sempre attaccati alle leve dovendo guidare di fino.

Ochain Active Spider review - cover
Ochain Active Spider

Fase 7: lo spider attivo

Qui le cose si fanno interessanti. Sì, perché anche in questo caso non è stata una vera necessità, entrando però nel campo della curiosità personale e dello sfizio. Quello di provare quella genialata che risponde al nome di Ochain.

Nato dalla mente eccelsa di Fabrizio Dragoni, Ochain è un cosiddetto spider attivo che promette di migliorare feeling e prestazioni della sospensione posteriore, eliminando gli effetti negativi della tensione della catena, tra cui il fastidioso pedal kickback (ne abbiamo parlato qui).

Dopo il naturale scetticismo iniziale mi sono dovuto ricredere. Ochain Active Spider è un vero e proprio cambio di paradigma per la qualità del riding, dal trail biking al downhill.

Ochain Active Spider review - 01Ochain mantiene quello che promette. Questo spider attivo riduce il feedback e le vibrazioni che arrivano dai pedali quando si percorrono terreni accidentati, facendo percepire la bici più stabile sulle asperità del sentiero e migliorando le prestazioni della sospensione in assorbimento e frenata. Ho iniziato il nostro test sulla piattaforma Trek Slash 9.7 MY21 con il setup a sei gradi, passando poi a quello a nove gradi (le opzioni sono 4°, 6° e 9°). La differenza tra il prima e il dopo, anche se sistemi ben congegnati e dalla precisa messa a punto, è impressionante.

Nel complesso, Ochain Active Spider offre un innegabile vantaggio ai biker concentrati sul feeling e sulle performance in discesa. Questi vantaggi non arrivano a un prezzo ridotto, infatti il prezzo di 299 € è abbastanza alto. Mi limito a rinnovare i complimenti a Fabrizio per la sua intuizione prima e per la brillante ingegnerizzazione poi, sino al prodotto finale, offrendo un innegabile vantaggio – competitivo, per chi gareggia in enduro e DH – ai biker concentrati sul feeling e sulle performance della sospensione posteriore.

Ext Storia Lok V3 review - 01
EXT Storia Lok V3 – foto: Cristiano Guarco

Fase 8: ammo da sogno

Avere per le mani Ochain Active Spider ha rappresentato la realizzazione di un sogno. Ma il più grande e sorprendente passaggio da sogno a realtà è stata la possibilità di usare un lussurioso ammortizzatore EXT Storia V3 Lok sulla Trek Slash 9.7 MY21, perfettamente cucito addosso alla bici e al biker.

La messa a punto è stata pressoché perfetta per il genere di bici, la cinematica della sospensione posteriore – in questo caso quadrilatero articolato ABP con snodo concentrico sull’asse ruota a 160 mm di travel -, peso e attitudine di guida del biker, compreso l’uso di pedali clipless o flat.

Ext Storia Lok V3 review - coverDue sono le molle fornite in dotazione – nel mio caso 350 lbs/inch per impiego più enduro e 400 lbs/inch per maggiore versatilità in ambito trail biking – per regalare una guida eccezionalmente fluida e controllata, sempre.

Un ammo super fluido e controllato, con un eccellente sostegno nella fase centrale del travel – quella più critica – e quella sensibilità iniziale che solo la molla sa regalare.

Un paio di aspetti mi hanno colpito: il funzionamento del blocco per la fase pedalata, e quello del circuito idraulico – esclusiva EXT – per il controllo dei fine corsa, perfetto per chi cerca un comportamento super fluido e sensibile sfruttando il Sag relativamente elevato di una molla più morbida.

Deity Components cockpit - 01
Cockpit Deity Components provato su Trek Slash 9.7

Fase 9: il cockpit

Nella fase finale del test di lunga durata della Slash 9.7 My21 ho avuto il piacere di mettere alla prova una combinazione di piega rise Skywire e attacco manubrio Copperhead di Deity Components per scoprire se il prezzo è in linea con le prestazioni sui sentieri.

La bici è diventata ancora più diretta e precisa, con una flessibilità e una capacità di smorzare le vibrazioni leggermente inferiori rispetto ai manubri in carbonio più confortevoli. In ogni caso lo smorzamento è buono, senza che la rigidità si ripercuota troppo sulle mani.

Nel complesso Deity ha trovato un ottimo equilibrio tra rigidità, reattività e comfort per chi ha uno stile di guida aggressivo o è un biker pesante, anche se il setup con stem Copperhead e piega Skywire in standard 35 mm potrebbe risultare un po’ troppo muscolare ed esigente per i biker più leggeri e/o più tranquilli che non spingono più di tanto.

Ciliegina sulla torta? La bellissima colorazione bronzo che riprendeva il Factory Orange del telaio Trek!

Pian Marino - Finale Outdoor Region
Uno dei tratti più belli e sfidanti di Pian Marino, alla fine della traversata di due giorni da Acqui Terme a Finale Ligure

Considerazioni finali

Ho trovato il mio setup ottimale? La risposta è sì, anche se mi è rimasto l’amaro in bocca per non riuscire a montare una forcella Era V2 all’anteriore e quindi completare il kit di sospensioni Ext, come promesso inizialmente dal marchio veneto.

Per il resto mi ritengo soddisfatto, mi sono trovato davvero bene su questa mountain bike che, pur avendo un’indole smaccatamente aggressiva – 170 mm di travel davanti e 160 mm dietro parlano chiaro – si è dimostrata molto equilibrata e bilanciata.

Per costruzione e geometria, l’ultima personificazione della Slash strizza l’occhio al mondo dell’enduro race ma senza estremizzare la bici come una cacciatrice di podi o KOM. In sostanza è una moderna enduro 29er che si adatta a quasi tutte le situazioni, dalle speciali enduro per l’appunto ai singletrack locali, passando per i trail pettinati dei bike park e gli infiniti e impervi sentieri alpini. Ma non solo, anche in tour di più giorni, con borse e zaino di grande capacità, si è adattata alla grande!

Enduro Bikepacking - Arrivo a Finale
Saluti da Finale Ligure!

È stato un vero dispiacere ridarla indietro, Rudy di Trek Italia lo sa bene considerato quanto ho tergiversato posticipando il più possibile la data di rientro in sede.

Mi auguro che queste considerazioni – e ancora prima sensazioni ed emozioni –, sulla bici e sui componenti sostituiti via via nel tempo, possano essere d’ispirazione e d’aiuto a tutti quegli appassionati che cercano una tuttofare aggressiva che non dica mai di no a ogni richiesta. Rispondendo sempre con innato e immenso entusiasmo.

Cristiano Guarco - 4bicycle - portrait 211127

Ciao a tutti, sono Cristiano Guarco, appassionato da una vita di mountain bike ma anche del movimento ciclistico in ogni sua forma. Da circa 20 anni ho fatto della mia passione la mia professione, una grande fortuna raccontare questo mondo, per parole e immagini, che tanto mi ha insegnato e continua a insegnare ma anche ispirare.