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Prova Wilier Rave SLR, need for speed

di - 15/07/2022

wilier rave slr in azione in discesa su sterrato vista laterale

Premessa – Quello del Gravel è ormai un universo che raccoglie mondi variegati. Da quello tutto sassi e radici, su cui vivere di equilibrismi, a quello tutto terra battuta, su cui pedalare a testa bassa, magari con le appendici da crono.
Lui è Ivar Slik, lei è la Unbound Gravel. Lui è uno dei più forti atleti gravel, lei è la regina delle gare gravel. Si corre lungo 200 miglia (322 chilometri) di sterrati che tagliano le pianure del Kansas e Ivar l’ha vinta in volata, dopo 9 ore e 22 minuti di fatica sotto la pioggia. Perché ve lo raccontiamo? Perché Ivar ha corso, e vinto, la Unbound Gravel proprio sulla Wilier Rave SLR (con appendici crono…) e perché è il modo migliore per spiegare qual è lo scopo di questo tipo di biciclette: essere veloci, anzi, molto veloci.

Stirpe racing

Con buona pace (e con il massimo rispetto) dei puristi del Gravel, secondo i quali questa filosofia di ciclismo esclude per definizione il concetto di competizione, le gare di Gravel sono nate nello stesso momento in cui sono comparse le prime biciclette allestite per seguire questa “nuova” idea di Ciclismo. Tanto per capirci, è dal 2006 che la Unbound Gravel (già Dirty Kanza) attirano corridori da ogni parte del pianeta. Tuttavia, è da molto meno che le Case si sono messe a realizzare biciclette espressamente dedicate a un Gravel orientato alle gare. Gare che sono per lo più di questo tipo, ossia percorsi scorrevoli, con poco dislivello e quindi molto veloci. E il fatto che proprio quest’anno l’UCI abbia deciso di organizzare i primi Campionati del Mondo Gravel (sempre con buona pace e con il massimo rispetto dei puristi) è forse la consacrazione della disciplina.

wilier rave slr foto in azione su asfalto vista laterale

La nostra Wilier Rave SLR è il perfetto esempio di queste Gravel race bike. L’idea di base del progetto è quella di una bici dalla doppia anima (All road e Gravel) ma con un deciso e preciso orientamento racing. Per questo motivo è proposta con un doppio montaggio strada o Gravel, con gruppi e ruote specifici. Per arrivare al risultato, Wilier è partita dalle sue bici da gara stradali, Filante SLR e Wilier 0 SLR, sia in termini di materiali sia di geometrie. Il telaio della Rave SRL è infatti realizzato con il medesimo mix di materiali, ossia fibra di carbonio e speciali fibre viscoelastiche come il Liquid Crystal Polymer, per raggiungere le stesse caratteristiche di leggerezza e reattività. Le quote del telaio si scostano naturalmente per i valori di stack e reach (leggermente maggiore il primo e leggermente inferiore il secondo), lo sterzo più aperto e il carro più lungo, che lo rendono più confortevole ed “endurance oriented”.

Scelta Gravel

La versione che abbiamo pedalato è in allestimento Gravel ed è quindi su questo terreno che l’abbiamo portata, ricreando quelle condizioni che la maggior parte degli utilizzatori incontreranno nelle loro uscite. Abbiamo dunque percorso asfalti e sterrati dal fondo più o meno scorrevole, ma senza negarci qualche divagazione offroad più spinta, magari meno praticata dagli agonisti, ma che fa parte del modo di intendere il Gravel che piace a noi.

wilier rave slr in azione su sterrato vista frontale

Il DNA racing si percepisce subito e si apprezza assai quando si vuole spingere sul piano e quando ci si trova con il naso all’insù. La Rave SLR è molto reattiva e a ogni colpo di pedale si percepisce una risposta immediata e un efficace trasferimento di potenza. Rigida e leggera, restituisce in spinta ciò che le si trasmette in pedalata. Brilla anche per precisione, grazie alla geometria dello sterzo e alla qualità della forcella. Dote che abbiamo apprezzato anche in discesa, situazione nella quale – il merito da dividere con ruote e gomme – la sensazione di sicurezza e controllo che infonde è davvero piacevole. E, se si decide di aggiustare una traiettoria su asfalto o scartare un ostacolo in fuoristrada, lo si può fare con fiducia e senza troppe preoccupazioni. Il comfort è buono e giocando con la sezione e la pressione delle gomme si può ancora migliorare, ma non dimentichiamoci che stiamo pedalando sui una bici da gara e quindi non si può avere proprio tutto…

wilier rave slr in azione su sterrato nel bosco vista frontale

Pneumetici e pressioni sono anche le due variabili su cui intervenire quando si decide di portare la Raven SRL nell’offroad “vero”, dove le Terreno Dry mancano – per questo scopo ci sono le Terreno Mix – di quella trazione che in salita e in curva fa la differenza. Nelle discese più tecniche sarebbe bello avere un manubrio con flair accentualo e, ciliegina sulla torta, il reggisella telescopico. Però questa è un’altra storia e stiamo colpevolmente sconfinando in quello che è il terreno di elezione di Jena, bicicletta che Wilier ha pensato proprio per un Gravel più avventuroso.

Qualità italiana

Sulla componentistica non ci sono molte parole in più da spendere oltre a tutte quelle già scritte. Il gruppo Campagnolo Ekar 1×13 si conferma eccellente. Le cambiate sono rapide e precise (come tutti i Campy, necessita però di una buona regolazione) e la possibilità di salire fino a tre pignoni con un’unica cambiata è apprezzabile. Le leve e gli appoggi hanno una buona ergonomia e offrono un efficace supporto, anche quando si guida su terreni sconnessi. Personalmente, non sono innamorato del sistema di scalata con il comando a C interno alle leve, ma tant’è…

wilier rave slr in azione su asfalto in salita vista laterale

La trasmissione della nostra Rave SLR prevede corona da 38 denti e cassetta 9-42. Si tratta della configurazione “Gravel race“, intermedia fra la “Endurance” da 9-36 e la “Gravel adventure“, da 10-44. Si tratta quindi di un buon compromesso fra velocità sullo scorrevole e agilità in salita, anche i salti fra gli ultimi cinque pignoni sono considerevoli (21/25/30/36/42). Punteggio pieno anche per la frenata, potente, modulabile e costante anche dopo lunghe discese. Pastiglie e dischi da 160 mm lavorano bene e non fanno rumore, anche in condizioni di bagnato.

A enfatizzare il carattere della Rave SLR ci pensa anche l’accoppiata ruote / gomme. Le Campagnolo Shamal Carbon sono ruote endurance con canale da 21 mm (possono quindi alloggiare copertoni di sezione fino a 45/50 mm), leggere, scorrevoli e rigide quanto serve per un utilizzo Gravel. Il profilo dei due cerchi è differenziato (35 mm davanti e 40 mm dietro) per mantenere una buona guidabilità e reattività. Gli pneumatici sono Vittoria Terreno Dry, un classico che apprezziamo per la capacità di abbinare eccellenti doti di scorrevolezza al grip e alla tenuta richieste da un utilizzo offroad non spinto.

Non per tutti

wilier rave slr in azione su sterrato in pianura vista laterale

L’unico aspetto che poco ci convince è l’idea di Wilier di fare della Rave SLR un prodotto solo di altissima gamma, che per sua natura è precluso a una gran fetta di appassionati. Gli allestimenti sono infatti solo top: gli 8.300 euro necessari per pedalare sulla nostra versione, montata Campagnolo Ekar, sono la porta di accesso al mondo Rave (si sale a ben 11.000 euro per il montaggio Dura Ace Di2 12V). E, se si decide di acquistare il frame kit (comprensivo di manubrio), le cose cambiano poco perché la base di partenza è già a 5.000 euro. Certo, la congiuntura non aiuta e la penuria di componenti ha probabilmente frenato la volontà di ampliare un’offerta difficilmente gestibile, però proporre un’opzione di fascia intermedia crediamo sia una giusta scelta.

CI PIACE

  • Reattività
  • Efficacia
  • Precisione
  • Peso
  • Qualità percepita

NON CI PIACE

  • Allestimenti limitati e accessibilità

Scheda tecnica

wilier rave slr statica all'aperto vista laterale

Telaio / forcella
Rave SLR monoscocca in fibra di carbonio, HUS mode + crystal liquide polymer
Trasmissione
Campagnolo Ekar1x13v, guarnitura 38T, cassetta 9-42T
Freni
Campagnolo Ekar, dischi da 160 mm
Ruote
Campagnolo Shamal Carbon C21
Pneumatici
Vittoria Terreno Dry 700×38 mm
Manubrio
Wilier J Bar, integrato, in fibra di carbonio
Reggisella
Rave SRL custom made, fibra di carbonio, offset -15 mm / 0 mm
Peso rilevato
8,750 kg (taglia L)
Prezzo
8.300 euro (kit telaio + piega 5.000 euro)

Geometria (taglia L)

Stack 570 mm
Reach 391 mm
Top tube virt. 561 mm
Tubo sterzo 154 mm
Angolo sterzo 71°
Angolo sella 73,5°
Foderi bassi 423 mm
Interasse 1.031 mm
Altezza BB 348 mm

Mi piacciono le biciclette, tutte, e mi piace pedalare. Mi piace ascoltare le belle storie di uomini e di bici, e ogni tanto raccontarne qualcuna. L'amore è nato sulla sabbia, con le biglie di Bitossi e De Vlaeminck ed è maturato sui sentieri del Mottarone in sella a una Specialized Rockhopper, rossa e rigida. Avevo appena cominciato a scrivere di neve quando rimasi folgorato da quelle bici reazionarie con le ruote tassellate, i manubri larghi e i nomi americani. Da quel momento in poi fu solo Mountain Bike, e divenne anche il mio lavoro. Un lavoro bellissimo, che culminò con la direzione di Tutto MTB. A quei tempi era la Bibbia. Dopo un po' di anni la vita e la penna parlarono di altro, ma il cuore rimase sempre sui pedali. Le mountain bike diventarono front, full, in alluminio, in carbonio, le ruote si ingrandirono e le escursioni aumentarono, e io maturavo come loro. Cominciai a frequentare anche l'asfalto, scettico ma curioso. Iscrivendomi alle gare per pedalare senza le auto a fare paura. Poi, finalmente arrivò il Gravel, un meraviglioso dejavu, un tuffo nelle vecchie emozioni. La vita e la penna nel frattempo erano tornate a parlare di pedali: il cerchio si era meravigliosamente chiuso.