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Addio Siham, marocchina dal cuore campano

di - 18/08/2016

Amava correre. La corsa era la sua passione e il suo lavoro. Era venuta in Italia per diventare un’atleta. E ci stava riuscendo. Ma i sogni e le ambizioni di Siham Laaraichi, 36 anni originaria di Casablanca, in Marocco, si sono spenti alle 16:15 di un assolato Ferragosto, lungo un binario ferroviario a poche centinaia di metri dalla stazione di Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta. Siham è stata travolta dal treno Lecce-Roma.

Un incidente, un tragico incidente secondo la Polfer di Caserta che sta ricostruendo la dinamica dei fatti. “L’unico testimone è il macchinista del treno che l’ha investita – dice un funzionario della polizia – in quel tratto non ci sono telecamere. La ragazza stava percorrendo un sentiero che passa tra due binari che porta alla stazione, quando si è accorta che di fronte stava arrivando un Frecciargento da Roma. Il macchinista ha azionato il fischio per richiedere la sua attenzione e così la donna si è spostata sull’altro lato. Ma nel frattempo non si è resa conto che alle sue spalle sopraggiungeva un altro treno, il Frecciargento partito poco prima dalla stazione di Caserta e diretto a Roma. L’ha agganciata con la scaletta che viene utilizzata dai macchinisti per salire in cabina, e le ha tranciato di netto una gamba, che è stata poi ritrovata a cinquanta metri di distanza dal suo corpo. In quel tratto i treni raggiungono la velocità di 120/130 km orari. La donna è deceduta subito”. Dopo l’incidente, sul tratto ferroviario la linea è rimasta interrotta per più di tre ore.

La sfortunata Siham Laaraichi, la ricordiamo in una delle sue tante corse vinte (foto archivio) La sfortunata Siham Laaraichi, la ricordiamo in una delle sue tante corse vinte (foto archivio)

“Era una campionessa, nello sport e anche nella vita – racconta Enrico Scarpone, il presidente della società podistica “Il Laghetto” di San Giovanni a Teduccio, con la quale correva Siham Laaraichi – Era venuta in Italia dal Marocco proprio per correre. In Campania ha fatto del podismo il suo lavoro, diventando una delle atlete più forti, soprattutto nei diecimila. Faceva i sacrifici per aiutare la sua famiglia e il suo sogno era quello di ritornare da loro e di aiutare le sue sorelle e sua mamma, soprattutto dopo la morte del padre. Una passione, quella del podismo – dice ancora Scarpone – che le consentiva anche di aiutare economicamente la sua famiglia a Casablanca. In Marocco ci sono molti atleti forti e così Siham, che stava con la nostra società da tre anni, aveva deciso di venire in Italia per sfruttare la sua forza e guadagnare con la corsa. Ci era riuscita, era una delle atlete più forti. Quando non arrivava prima si classificava seconda”.

Raffaele Sardo – La Repubblica