Pubblicità

Colnago Glass-wegian, la bici mondiale di Pogačar

di - 05/08/2023

colnago v45rs pogacar vista laterale

Il campione sloveno correrà il Mondiale in linea di Glasgow non con la solita Colnago V4Rs, ma con un modello unico, con grafica dedicata studiata da Pogačar stesso con il team di Colnago: la Colnago Glass-wegian.

Colnago è orgogliosa di presentare la Colnago Glass-wegian, una bici unica e speciale con la quale Tadej Pogačar competerà sul tracciato di 271 km tra Edimburgo e Glasgow, prova in linea dei Mondiali.

I colori dell’iride

Si tratta di una V4Rs con livrea dedicata, studiata da Colnago in collaborazione con Pogačar stesso. La vernice utilizzata è una vernice prismatica, caratterizzata dalla presenza di pigmenti olografici che permettono di ottenere effetti di cambio colore.

Infatti, nonostante a prima vista la bicicletta appaia di aspetto grigio-argento, quando esposta a luce diretta cambia colore, riflettendo tutto lo spettro colori dell’arcobaleno, dal viola al rosso. Una bici dai riflessi iridescenti è di sicuro il modo migliore per celebrare i Mondiali.

Mi piacciono le biciclette, tutte, e mi piace pedalare. Mi piace ascoltare le belle storie di uomini e di bici, e ogni tanto raccontarne qualcuna. L'amore è nato sulla sabbia, con le biglie di Bitossi e De Vlaeminck ed è maturato sui sentieri del Mottarone in sella a una Specialized Rockhopper, rossa e rigida. Avevo appena cominciato a scrivere di neve quando rimasi folgorato da quelle bici reazionarie con le ruote tassellate, i manubri larghi e i nomi americani. Da quel momento in poi fu solo Mountain Bike, e divenne anche il mio lavoro. Un lavoro bellissimo, che culminò con la direzione di Tutto MTB. A quei tempi era la Bibbia. Dopo un po' di anni la vita e la penna parlarono di altro, ma il cuore rimase sempre sui pedali. Le mountain bike diventarono front, full, in alluminio, in carbonio, le ruote si ingrandirono e le escursioni aumentarono, e io maturavo come loro. Cominciai a frequentare anche l'asfalto, scettico ma curioso. Iscrivendomi alle gare per pedalare senza le auto a fare paura. Poi, finalmente arrivò il Gravel, un meraviglioso dejavu, un tuffo nelle vecchie emozioni. La vita e la penna nel frattempo erano tornate a parlare di pedali: il cerchio si era meravigliosamente chiuso.