Pubblicità

Felt Breed Carbon, primo assaggio

di - 31/08/2022

Forse non tutti lo sanno, ma uno dei brand più cool (e vincenti) del mondo della velocità è stato da pochi mesi acquisito dal colosso Pierer Ebikes. Colosso, perché il gruppo Pierer Ebikes è quello che possiede i marchi bici Husqvarna, GasGas, R Raymon ed è fratello di sangue di Pierer Mobility, che possiede KTM, GasGas e Husqvarna moto, oltre a WP Suspension. Per finire, ci mettiamo anche un flirt con Redbull. Crediamo quindi che questa nuova vita possa portare quell’energia e quella struttura che è stata fino a oggi un po’ il limite di un marchio che si era arroccato nella sua fortezza, seppure inespugnabile, del Triathlon.

Buona sinergia

I primi frutti di questo matrimonio sono due bici fuori dal comune. La IA 2.0, un incredibile modello da Triathlon, con un sacco di innovazioni orientate ovviamente alla massima efficienza aerodinamica, e la Breed Carbon da Gravel. Se la IA 2.0 abbiamo potuto solo ammirarla, la Breed Carbon abbiamo avuto invece la fortuna di provarla in versione quasi definitiva sulle strade dietro uno dei quartieri generali del gruppo Pierer, in Austria.

Se Breed non è un nome nuovo nel catalogo Felt, Breed Carbon lo è invece al 100%. Si tratta infatti di un progetto completamente inedito, a partire dal materiale del telaio, che però rimane fedele ai 4 inossidabili pilastri su cui si basa ogni nuova bici. Fast, Competitive, Accomplished, Instinctive… Certo, c’è molto marketing, ed è normale che sia così, ma ad accompagnare i proclami c’è una buona sostanza. Per esempio 22 anni di esperienza nella lavorazione della fibra di carbonio e quasi 30 di studi di aerodinamica e profilazione dei tubi, da quando la CFD (fluido dinamica computazionae) era solo galleria del vento.

Com’è fatta

Originale è originale, poco da dire. Forma e profilo del top tube ricordano vagamente quelli della Pinarello Grevil, ma anche no… Il fatto è che, quando si lavora su certi parametri, ci sono paletti dai quali ormai non si può slegarsi, se si vuole massimizzare la penetrazione all’aria. La Breed Carbon è sostanzialmente una Aero Gravel, estremizzazione del concetto di Race Gravel… Si nota però nel progetto anche un’attenzione al comfort, a volte più importante in termini di efficacia di rendimento, quando si gareggia a ritmi elevati. Per esempio, i foderi obliqui di sezione molto sottile, per aumentare l’assorbimento delle vibrazioni, e il tubo sella che permette di alloggiare un cannotto da 27,2 mm accoppiato all’inserto anti vibrazioni (una soluzione smart firmata Felt), oppure un reggisella telescopico da 30,9 mm.

Dropper post e tubi aero… di primo acchito sembra che qualcosa non torni. Invece tutto quadra, perché sulla Breed Carbon si possono montare ruote e gomme fino a 700 x 50 mm o 650b x 2.0”, perché è compatibile con trasmissioni 1x e perché – attenzione –, l’avantreno è disegnato per poter ospitare una forcella ammortizzata, senza modifiche di geometria e senza che la ruota rischi di toccare il telaio. Ma non è tutto, perché nelle taglie più grandi c’è la possibilità di avere cinque attacchi per il portaborraccia, o quattro se si usa quello sul top tube per attaccare una bento bag.

Pronta a tutto

Se questo non è sufficiente a convincervi che una Aero Gravel possa trasformarsi in una Aero Extreme Adventure Gravel (scherzando con la categorizzazione…), osservate bene e scoprirete anche le protezioni per il tubo obliquo, il movimento centrale e il fodero catena, la scatola movimento filettata T47 con coperchio esterno a destra (che funge pure da blocco per evitare che la catena si infili fra guarnitura e telaio) e interno a sinistra.

Se ancora non bastasse, sappiate che le prime impressioni di guida sono state molto positive, ed efficacia e versatilità possono davvero convivere sotto un vestito aero, che alla fine dei conti è forse il più marginal fra tutti i gain

Concludiamo con un’altra nota positiva, ossia i prezzi della nuova Breed Carbon: si parte da 2.999 euro per la versione d’ingresso, montata Shimano GRX 600, si sale a 4.699 euro, se si vuole il GRX 810, e si termina a 6.599 euro, per l’allestimento top di gamma con SRAM Force AXS. Per poterne pedalare una ci vorrà però un po’ di pazienza, perché le consegne sono previste per fine anno.

Mi piacciono le biciclette, tutte, e mi piace pedalare. Mi piace ascoltare le belle storie di uomini e di bici, e ogni tanto raccontarne qualcuna. L'amore è nato sulla sabbia, con le biglie di Bitossi e De Vlaeminck ed è maturato sui sentieri del Mottarone in sella a una Specialized Rockhopper, rossa e rigida. Avevo appena cominciato a scrivere di neve quando rimasi folgorato da quelle bici reazionarie con le ruote tassellate, i manubri larghi e i nomi americani. Da quel momento in poi fu solo Mountain Bike, e divenne anche il mio lavoro. Un lavoro bellissimo, che culminò con la direzione di Tutto MTB. A quei tempi era la Bibbia. Dopo un po' di anni la vita e la penna parlarono di altro, ma il cuore rimase sempre sui pedali. Le mountain bike diventarono front, full, in alluminio, in carbonio, le ruote si ingrandirono e le escursioni aumentarono, e io maturavo come loro. Cominciai a frequentare anche l'asfalto, scettico ma curioso. Iscrivendomi alle gare per pedalare senza le auto a fare paura. Poi, finalmente arrivò il Gravel, un meraviglioso dejavu, un tuffo nelle vecchie emozioni. La vita e la penna nel frattempo erano tornate a parlare di pedali: il cerchio si era meravigliosamente chiuso.