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La Kirwa si migliora a Nagoya

di - 16/03/2017

Che Eunice Kirwa riuscisse a cogliere il tris alla Nagoya Women’s Marathon, tappa Gold dello Iaaf Road Label, c’erano pochi dubbi, ma che lo facesse a tempo di record nazionale ci credevano in pochi. Invece la vicecampionessa olimpica ha onorato al meglio la maratona giapponese, raccogliendo la sfida della giovane giapponese Yuka Ando, rimasta con lei fino al 33° km e che le ha fatto da stimolo per correre forte. La Kirwa, che oltretutto era stata vittima di una caduta in partenza, ha continuato a spingere per chiudere in 2h21’17” con un progresso di 51” rispetto al suo precedente record. Dietro grande gioia per la Ando che al suo esordio ha chiuso in 2h21’36”, quarto tempo nazionale di sempre e ampiamente sotto il limite richiesto dalla federazione per rappresentare il suo Paese ai Mondiali di Londra. Ma è tutto il movimento giapponese a uscire rinfrancato dalla corsa con Mao Kiyota terza in 2h23’47”, quarta Sayaka Kuwahara in 2h26’09” e quinta Hisami Ishii, altra debuttante, in 2h27’35”.

L'attacco della Kirwa alla Ando (foto organizzatori)

LA BELLA FAVOLA DI CHESUM

Record anche alla Zurich Marato de Barcelona, ancora nella prova femminile dove l’etiope Helen Bekele ha fatto fermare i cronometri sul tempo di 2h25’04”, scendendo di qualcosa come 4 minuti dal suo precedente record e abbassando il primato della gara di 22”. Una gara partita subito forte, con passaggio ai 10 km in 34’10” grazie alla spinta di 4 etiopi insieme alle kenyane Emily Chemutai Ngetich e Recho Kosgei. Alla mezza, in 1h12’21” l’obiettivo del record era ben presente. Dopo 25 km avanti erano rimase la Bekele e le sue connazionali Meselech Tsegaye Beyene e Robi Aberash Fayesa, poi la Bekele si è isolata al 30° km volando verso il suo record. Beyene e Fayesa hanno completato il podio tutto etiope in 2h26’44” e 2h27’04”.

Bella gara anche al maschile con un gruppetto di pacers che dopo 15 km si è ritrovato a lavorare per il solo etiope Jisa Mekonnen. Passaggio alla mezza in 1h02’48”, ma al 30° km Mekonnen ha improvvisamente accusato la fatica finendo per ritirarsi per problemi a un ginocchio, così le lepri hanno deciso di andare avanti e giocarsi loro la vittoria. Al 34° km il kenyano Jonah Kipkemoi Chesum ha allungato accusando poi la fatica nel finale ma riuscendo comunque a chiudere in 2h08’56”. La particolarità è che Chesum è un atleta paralimpico, categoria T46, a causa di una mano mutilata per un incendio in casa da bambino. In gara nel mezzofondo veloce ai Giochi Paralimpici 2012m senza salire sul podio, nella corsa lunga ha trovato la sua nuova casa. Alle sue spalle un’altra lepre, Jacob Chesari Kirui anche lui kenyano in 2h09’24”, terzo l’altro kenyano Justus Kiprotich, partito per vincere, in 2h11’38”.

Il vincitore Jonah Kipkemoi Chesum (foto organizzatori)

KORIR CONTINUA A STUPIRE

La domenica internazionale ha riservato anche altri due risultati interessanti: alla mezza maratona di L’Aja, considerata una delle più veloci del pianeta, è arrivata la vittoria del kenyano Geoffrey Yegon in 59’56” davanti ai connazionali Edwin Kiptoo anche lui sotto l’ora in 59’59” e James Gitahi Rungaru in 1h00’48”, con il campione dei 3000 siepi Paul Kipsiele Koech al suo esordio quinto in 1h01’03” e ben otto kenyani davanti a tutti. Sorpresa invece fra le donne dove la svizzera Fabienne Schlumpf si è aggiudicata la corsa in un notevole 1h10’17” precedendo di 3” la kenyana naturalizzata olandese Elizeba Cherono, terza l’etiope Kejeta Melat Yisak in 1h12’30”. Negli Usa la Jacksonville Gate River Run assegnava i titoli nazionali sui 15 km ed è arrivata una nuova conferma del talento di Leonard Korir, che in 43’22” unisce il titolo nazionale su strada a quello già vinto nel cross stabilendo anche la miglior prestazione mondiale dell’anno, battendo in volata Shadrack Kipchirchir, terzo a 6” Samuel Chelanga, con i 6 primi tutti di origine africana. Titolo femminile a Jordan Hasay in 49’28” su Emily Infeld (49’42”) e Neely Spende Gracey (49’47”), solo sesta in 50’11” la campionessa nazionale di crossa Aliphine Tuliamuk.