Pubblicità

Un campione fuori dagli schemi

di - 06/12/2016

Personaggio davvero unico, Yuki Kawauchi, il maratoneta più amato in Giappone perché considerato uno della gente che lotta da pari a pari con i grandi professionisti africani. Conoscendolo viene da chiedersi se le sue giornate siano davvero di 24 ore o riesca a vivere in una dimensione parallela moltiplicando le ore quotidiane, perché non ha mai smesso di lavorare, eppure si allena come e più di un professionista e gareggia, sempre, tanto da essere chiamato lo “stakanovista delle maratone”. Quest’anno ha portato a termine ben 8 maratone, vincendo quelle di Kagoshima e Zurigo, finendo sul podio a Taipei, Gold Coast, Porto e Fukuoka in un ideale giro del mondo a cui va aggiunto il ritiro alla maratona olimpica di Rio. Non bastasse, ci sono altre 9 mezze (vinte quelle di Tokyo Nerima, Shizuoka e Nemuro, per i 21,097 km non gli piace girare molto…) e altre gare di 20 e 30 km. In carriera ha completato 71 maratone in tutti i continenti Africa esclusa, ma non è detto che prima della fine della carriera non completi anche questa collezione.

Kawauchi sul podio della Gold Coast Marathon australiana, vinta nel 2013 (foto organizzatori)

Il bello è che questo 29enne corre forte davvero: vanta 10 prestazioni sotto le 2h10’, il suo personale è 2h08’14” del 2013 a Seoul. Vanta anche un record mondiale molto particolare, citato sul Guinness dei Primati: lo scorso 13 marzo a Saitama ha chiuso terzo in 1h06’42”, solo che ha corso vestito di tutto punto per andare in ufficio, con giacca, camicia, cravatta e soprattutto mocassini ai piedi, scomodissimi per correre 21 km… Il suo è stato un tributo alla sua vita quotidiana, fatta di 40 ore settimanali davanti alla scrivania dalla quale non vede l’ora di scappare per mettersi a correre.

Nemmeno gli infortuni lo fermano: domenica nessuno avrebbe puntato un dollaro su di lui a Fukuoka, dove si era presentato al via con i postumi di alcuni infortuni tanto che sua madre Mika era partita per accompagnarlo consigliandogli più volte di soprassedere. Nulla da fare, Yuki si è schierato al via e si è messo a battagliare sotto la pioggia con gente mica da ridere come Tsegay (Eth) e Makau (Ken) chiudendo terzo in 2h09’11”, ipotecando così un’altra maglia nazionale, per i Mondiali 2017. Arrivato al traguardo Yuki è scoppiato a piangere, mentre la madre lo abbracciava dicendogli “oggi è avvenuto un miracolo”. E pochi minuti dopo, Kawauchi pensava già alla prossima gara, in Germania il 31 dicembre, perché “l’impiegato che corre” non si ferma mai.