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Test: GT Sensor Carbon Pro, trail bike grintosa

di - 08/03/2019

GT Sensor Carbon Pro

Il brand californiano ha rinnovato le piattaforme trail/all-mountain, rispettivamente con 130 e 150 mm di travel al posteriore: cambia il telaio ma soprattutto il carro ammortizzato, segnando un vero punto di svolta rispetto al passato immediato. Questa pietra angolare nella storia di GT segna un gradito ritorno, ma procediamo con ordine. Negli ultimi 25 anni ha sviluppato più piattaforme per la sospensione posteriore, iniziando con RTS, un design a pivot singolo collocato molto in alto e dalla corsa ridotta, con l’ammortizzatore azionato da un link. Fu il secondo schema, LTS che contribuì a rivoluzionare le MTB full suspended, trasformando GT in una vera potenza dell’epoca, grazie anche alle imprese nella downhill mondiale di un giovane e vincente Nicolas Vouilloz.

Focus su giunto Horst del carro posteriore
Focus su giunto Horst del carro posteriore

Linkage Tuned Suspension cedette posto al più complesso ma originale design i-Drive (URT con movimento centrale svincolato sia dal carro sia dal triangolo anteriore), che rese uniche le bici californiane anche se non così efficaci a 360°, sino all’ultima evoluzione Angle Optimized Suspension che combinava il precedente schema i-Drive con un giunto Horst. La pedalabilità rimaneva sempre ai massimi livelli, migliorava il comportamento in discesa ma il peso era sempre sopra la media e la complessità continuava a non fare felici i meccanici.

Il cuore della sospensione posteriore LTS
Il cuore della sospensione posteriore LTS

Nel 2018 è arrivata – finalmente – la svolta, un ritorno al passato con Linkage Tuned Suspension che torna prima sulla Fury da DH e poi sulle piattaforme più pedalabili Sensor e Force. È vero, il nuovo layout della sospensione non ha nulla a che fare con l’originale, ma porta con sé tutte quelle caratteristiche chiave che hanno reso LTS così efficace e performante, compreso il giunto Horst sui foderi bassi, con il tocco di modernità rappresentato da un ammortizzatore metrico con fissaggio Trunnion, su cui non manca un flip chip che permette di regolare la geometria (setup High e Low).

Le geometrie della GT Sensor Carbon Pro
Le geometrie della GT Sensor Carbon Pro

Altro aspetto degno di nota è la geometria, assolutamente progressiva per una trail bike 29er, soprattutto in ambito trail biking: reach di 470 mm in taglia L, sterzo da 65,5° e altezza del movimento centrale di 349 mm nell’impostazione Low, numeri da enduro o quasi! Altri accorgimenti volti a semplificare la vita ai meccanici e ai possessori che amano prendersi cura della propria bici, sono la scatola del movimento centrale filettata e il passaggio dei cavi esterno secondo l’approccio Groove Tube: Parte superiore dal tubo obliquo sagomata per accogliere guaine e tubi con la massima efficacia e semplicità.

Passaggio esterno dei cavi secondo l'approccio Groove Tube
Passaggio esterno dei cavi secondo l’approccio Groove Tube

Questo e altro è la nuova trail bike di GT, provata in allestimento top di gamma Sensor Carbon Pro, con una gamma che comprende quattro modelli: un entry level in alluminio e tre allestimenti con telaio misto carbonio/alluminio (triangolo anteriore/carro posteriore, prezzi da 1.799 a 5.499 €).

Flip Chip per variare la geometria della bici
Flip Chip per variare la geometria della bici

Ecco come è montata la nostra bici: ammortizzatore e forcella Rock Shox (Deluxe RT3 e Pike RCT3 Charger DebonAir 130 mm), guarnitura Truvativ Descendant 7k DUB con corona da 32 denti, trasmissione SRAM Eagle 1x12v con cambio X01 e comando GX, cassetta SRAM XG-1295 da 10-50 denti, freni a disco SRAM Level TL con rotori da 180 mm all’anteriore e al posteriore, ruote con cerchi Stan’s NoTubes Flow Mk3 e mozzi All Terra Boost, pneumatici Schwalbe Nobby Nic Performance 29×2,35″ Addix SpeedGrip TL, attacco e piega Race Face (Turbine R 35 da 50 mm e Next Carbon 35 da 800 mm), manopole GT Statement Single Lock-On, serie sterzo FSA Orbit C-40-ACB, reggisella KS LEV Ci SouthPaw da 150 mm, sella Fabric Scoop Shallow Sport.

GT Sensor Carbon Pro
GT Sensor Carbon Pro

GT Sensor Carbon Pro in test

Finiture
Pur nella semplicità del suo design, questa Sensor mostra una grande cura nei dettagli. Partiamo con l’approccio Groove Tube, la rientranza al di sopra del tubo obliquo che permette di instradare in modo semplice ed efficace i cavi, passiamo per i cuscinetti e i perni oversize del carro a quadrilatero LTS, e finiamo con la scatola filettata del movimento centrale. Telaio e forcella sono entrambi Boost, compatibili con setup 27,5” Plus, situazione dove il flip chip – altro dettaglio sotto i riflettori – trova grande utilità compensando la riduzione del diametro ruota con l’impostazione High. Il supporto di pneumatici sino a 2,8” è anche uno dei motivi – l’altro è la sezione massiccia per incrementare robustezza e rigidità – per cui i foderi alti e bassi sono più larghi della media.

Protezione integrata sotto il tubo obliquo
Protezione integrata sotto il tubo obliquo

Grafiche
Colorazione metallizzata dorata con grafiche minimali blu, per un effetto spettacolare soprattutto sotto la luce del sole. Il telaio dalle linee massicce ma al tempo stesso fluide viene esaltato dall’approccio di GT, rendendo questa Sensor Carbon Pro non solo bella da guidare ma anche da guardare e riguardare.

Assemblaggio
L’allestimento mostra molti elementi in comune con la maggior parte delle attuali trail bike, con alcune chicche, a partire dal cockpit Race Face in standard oversize da 35 mm, con attacco corto da 50 mm accoppiato a una fantastica piega low rise in fibra di carbonio da 800 mm, per un controllo perfetto in ogni situazione. Da applausi anche il telescopico KS LEV Ci con fodero in carbonio, leva sinistra Southpaw, e abbassamento di 150 mm per la taglia L in test (anche su XL). Il montaggio pecca nella scelta delle gomme: la mescola Addix SpeedGrip delle Schwalbe Nobby Nic va bene al posteriore, ma considerato il grande potenziale di questa GT Sensor Carbon Pro, sarebbe consigliato usare una più morbida all’anteriore per un controllo ottimale che non può fare a meno della fiducia del biker. Anche i freni SRAM Level TL deludono per potenza frenante e resistenza alla fatica, non riuscendo a modulare la velocità quando il gioco si fa duro. Noi abbiamo usato un impianto Guide Ultimate sempre di SRAM ma a quattro pistoni, trovando da subito il feeling necessario per il perfetto mix tra sicurezza e divertimento.

Cockpit curato in stile enduro, con attacco corto e piega larga, in stanrd 35 mm
Cockpit curato in stile enduro, con attacco corto e piega larga, in stanrd 35 mm

Assetto in sella
Questa bici appare da subito bilanciata in modo superbo, combinazione della geometria moderna con quote generose e della versatile sospensione LTS, che contribuiscono a collocare il biker in una posizione molto neutrale in sella. Questo è il motivo principale per cui il feeling è più quello di una enduro che di una trail bike dura e pura, permettendo di osare nonostante il travel anteriore e posteriore di 130 mm. Altro contributo fondamentale viene dagli appoggi, ben congegnati, soprattutto il cockpit anteriore. Il manubrio può apparire largo per i biker di media e bassa statura, ma ricordiamo che è sempre possibile accorciarlo adattandolo alle proprie necessità (perfetto per altezze superiore a 178 cm).

Piattaforma pedalabile in ogni condizione
Piattaforma pedalabile in ogni condizione

In salita
La pedalabilità è molto buona, a tratti sorprendente considerate le capacità discesistiche. Il merito va sia alla sospensione LTS da 130 mm sia al tuning dell’ammortizzatore. Nel primo caso, si nota un equilibrio tra anti-squat e anti-rise, rispettivamente la capacità di non affondare sotto i colpi della pedalata mangiandosi la corsa inutilmente e di rimanere composta nell’assorbimento degli urti in successione. Nel secondo invece è percepibile un adeguato smorzamento della compressione low speed sull’ammortizzatore RS Deluxe RT3. Non si tratta di una hardtail, ma la bici rimane stabile intorno alla posizione di Sag assicurando una buona trazione sulle salite ripide con un movimento alquanto limitato.

Bici stabile e bilanciata sui salti
Bici stabile e bilanciata sui salti

In discesa
La piccola belva si scatena, soprattutto sui sentieri più flow dalla pendenza moderata, dove un approccio aggressivo nella guida produce i risultati migliori sia per velocità media sia per divertimento del biker, che può curvare e sfruttare ogni avvallamento del terreno per saltare, sempre in modo estremamente intuitivo e produttivo. Sui terreni più tecnici e veloci la bici va in crisi, mostrando i limiti di un travel di 130 mm, e di uno pneumatico anteriore poco grippante per battistrada e mescola. Si tratta pur sempre di una trail bike (per tutto il resto c’è la Force in gamma, seppur meno pedalabile a appagante a 360°), che torna a far sorridere l’utilizzatore sulle mulattiere ripide e scavate, dove la precisione nella guida è di nuovo da primato. È necessario trovare il giusto setup delle sospensioni, prediligendo un pizzico di supporto in più all’anteriore, dove i più smaliziati avrebbero preferito trovare una forcella da 140 mm, ma si tratta di finezze, subito dimenticate quando si inforcano i sentieri. Per inciso, abbiamo sempre utilizzato il setup Low della geometria, che non ci ha assolutamente penalizzato in salita.

Ottima guidabilità nello stretto
Ottima guidabilità nello stretto

Stabilità
Ottima per una trail bike 29er con travel anteriore e posteriore da 130 mm. Anche quando ci siamo fatti prendere la mano, grazie alla confidenza che trasmette questa piccola belva, non è mai mancata la sicurezza, con un limite superiore che va ben oltre quello di una tradizionale trail bike. Per il massimo controllo serve sempre una guida ferma e decisa da parte di un biker conscio del mezzo che sta portando su trail altrimenti adatti a più capaci enduro. Sarebbe stato ancora meglio con un movimento centrale più basso di almeno un centimetro, per migliorare ulteriormente la confidenza nella guida in velocità e in curva, pagando però pegno sui terreni più tecnici con ostacoli affioranti, anche in salita, per il rischio elevato di impatto con pedivelle e pedali.

I sentieri flow sono i preferiti di questa GT Sensor Carbon Pro
I sentieri flow sono i preferiti di questa GT Sensor Carbon Pro

Comfort
Geometria, tuning della sospensione posteriore, e appoggi contribuiscono a una grande comfort nell’incedere, sia in salita sia in discesa. La lettura dei piccoli urti è efficace, mentre il rider trova rapidamente il miglior posizionamento in sella.

In frenata
Come già spiegato, l’impianto a due pistoni Level TL con rotori da 180 mm, accoppiato a gomme più scorrevoli che grippanti, non produce grandi risultati per fiducia, resistenza alla fatica e spazio di frenata ridotto. Questa Sensor Carbon Pro si merita di più, freni a quattro pistoni con diametro immutato per i rotori sarebbero, secondo la nostra modesta opinione, la scelta migliore per sviluppare al meglio le grandi potenzialità del mezzo, insieme a pneumatici più adeguati allo scopo.

Il massiccio nodo sterzo del triangolo anteriore in fibra di carbonio
Il massiccio nodo sterzo del triangolo anteriore in fibra di carbonio

In sintesi

Campo di utilizzo
Nella posizione Low della geometria questa GT Sensor Carbon Pro mostra quote geometriche super aggressive ma anche bilanciate che, insieme alla fiducia trasmessa dalle ruote 29er e all’efficace sospensione posteriore LTS da 130 mm assicurano grande divertimento sui trail ai biker più smaliziati nella guida, in salita ma soprattutto in discesa.

Pregi
Geometria aggressiva, guida intuitiva e giocosa, sospensione posteriore efficace, estetica riuscita, appoggi anteriore e posteriore di alta qualità

Cosa migliorare
Freni poco performanti e forcella da “solo” 130 mm, due limiti per una bici dal grandissimo potenziale

GT Sensor Carbon Pro corre rapida sui trail più scorrevoli
GT Sensor Carbon Pro corre rapida sui trail più scorrevoli

Info: www.gtbicycles.com

Abbigliamento maglia Dainese, calze Gore Wear, shorts, guanti, ginocchiere Endura
Casco/occhiali Uvex Quatro Integrale e Athletic Bike
Scarpe Mavic XA Pro

[test pubblicato sul numero di Febbraio 2019 di 4Bicycle | foto: Cristiano Guarco]

Cristiano Guarco - 4bicycle - portrait 211127

Ciao a tutti, sono Cristiano Guarco, appassionato da una vita di mountain bike ma anche del movimento ciclistico in ogni sua forma. Da circa 20 anni ho fatto della mia passione la mia professione, una grande fortuna raccontare questo mondo, per parole e immagini, che tanto mi ha insegnato e continua a insegnare ma anche ispirare.