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ENZO BENVENUTO, il trail running sale in cattedra

di - 11/04/2019

Istruttore Nazionale di Trailrunning

Enzo Benvenuto, atleta valdostano di livello, dopo tanti chilometri tra i sentieri delle competizioni di alto livello, ha deciso di intraprendere una nuova strada, ma questa volta sedendosi in cattedra: nasce NoLIMITS Trail & Running Academy.

Chi è Enzo Benvenuto

L’Ultratrailer valdostano vanta diverse partecipazioni e risultati importanti a gare estreme come il “Tor des Geants”, il “4k EnduranceTrail VDA”, il “Tor des Chateuax” e, nel 2018 l’UTMB – Ultra Trail du Mont-Blanc”. Ha partecipato ad oltre un centinaio di gare di varie distanze e a preso parte a vari circuiti, tra cui il “TourTrail Valle d’Aosta”, che racchiude le principali gare valdostane, vinto nel 2016.

Nasce il No Limits Team

Enzo quest’anno ha avuto l’idea di una running academy con annesso un Team agonistico:  il nome scelto è “NoLIMITS” e la sede in Valle d’Aosta, territorio spettacolare che ben si presta alla pratica del trailrunning.

Marco Bex Bassi, nostro collaboratore, lo ha raggiunto e intervistato. Anche Marco è seguito da Enzo e sta seguendo la preparazione alla stagione 2019 insieme a lui.

Ciao Enzo, ci siamo conosciuti nel 2017 in occasione di un progetto comune che seguiva la nostra preparazione al Tor des Gèants, pubblicato proprio qui su 4Running. Fa un po’ strano parlare in questa insolita veste. Solitamente o siamo in pista a fare test e ripetute o ti arranco alle spalle lungo i sentieri della nostra Valle! Allora spiega un po’ ai nostri lettori da dove nasce l’idea dell’academy e qual è lo spirito guida dell’Enzo coach.

Effettivamente è una situazione atipica: preferisco, di norma, le chiacchiere con le scarpette da corsa ai piedi, ma ti dirò che non disdegno, come in questo caso, penna e calamaio! Come ben sai, io sono un autodidatta e mi definisco un “trailer per caso”: in effetti la mia carriera comincia proprio per caso, nel 2011, per recuperare la forma fisica perduta negli anni. Dopo pochi mesi partecipai ad una gara podistica di paese di pochi chilometri, ma il destino volle che fosse un “Tor”, si chiamava  “Tor de Gargantua”. Li scattò una molla, che accese la mia passione per la corsa, che mi portò dopo pochi anni a partecipare agli ultratrail e al vero Tor! Ancora oggi, dopo 8 anni, la molla è ancora carica! Durante tutti questi anni, la mia “fame di nozioni”, mi ha permesso di passare dal correre a malapena un paio di km ad affrontare degnamente percorsi lunghi anche fino a 350km: studiare e approfondire le metodologie degli allenamenti, apprendere le tecniche di corsa, imparare a gestire l’alimentazione, a valutare e conoscere i vari materiali tecnici da utilizzare nelle varie occasioni, anche ascoltanto i consigli dei più esperti, mi ha aiutato ad ottenere risultati insperati all’inizio della mia carriera. Ho certamente commesso vari errori e sottovalutato delle situazioni, ma il detto “sbagliando si impara”, calza proprio a pennello! Tutto ciò mi ha permeso di aumentare la mia  resilienza e la consapevolezza delle mie capacità.

No Limits, tutto è partito da qui

L’anno scorso, durante uno dei miei soliti lunghi giri in solitaria per i monti, ha cominciato a balenarmi per la testa l’idea di una “scuola di trail”, dove poter insegnare quello che avevo imparato io negli anni e soprattutto insegnare ad evitare gli errori che ho commesso. Mi sono messo, quindi, alla ricerca dell’esistenza di figure specializzate che potessero permettermi di esaudire il mio desiderio: mi sono imbattuto in quello che cercavo e mi sono subito iscritto al corso per acquisire il diploma da istruttore nazionale di trail Running. Il passo successivo è stato quello di fondare l’academy, con la quale appunto vorrei trasmettere tutta la mia passione e le mie conoscenza agli allievi per questo magnifico sport, non perdendo di vista il divertimento, che deve essere l’obiettivo principale: non necessariamente bisogna formare atleti che fanno gare, ma far appassionare il più possibile persone all’aspetto più vero dello sport, dove la socializzazione diventa il motore principale legato al benessere psico-fisico, con uno sguardo sempre rivolto alla sicurezza, dato che si corre in mezzo alla natura e bisogna saper valutare i rischi e gestire al meglio le varie situazioni di emergenza.

Parlami della figura riconosciuta di Istruttore di Trail Running: cosa significa e come lo si diventa?

Il Trail running, specialità dell’atletica leggera, negli ultimi anni sta conoscendo una crescita esponenziale sia a livello nazionale che internazionale. Evidentemente, anche se la fatica da sopportare per praticarlo è tanta, vedi sentieri sconnessi, lunghe pendenze o ripide discese nonché chilometraggi elevati che lasciano i propri segni, il fascino della corsa in natura, il minor assillo del cronometro rispetto alla corsa su strada e la convivialità dello “spirito trail”, attraggono sempre più persone. Apparentemente può apparire una disciplina sportiva semplice, ma in realtà, proprio perché si corre in natura su lunghi percorsi, nasconde mille variabili non programmabili dalle molteplici insidie e potenziali pericoli. Il gesto della corsa poi è sottovalutato: è vero che la corsa la impariamo da piccoli e tutti sappiamo correre, ma la sedentarietà e gli stili di vita quotidiani ci portano molto spesso ad utilizzare schemi motori errati e dannosi. La natura ci ha fornito l’hardware ma la quotidianità ne ha cancellato il software. In tutti gli sport esiste la figura professionale che ci insegna la disciplina: anche nel trail è nata appunto questa esigenza anche perché il fai-da-te non risulta sempre esaustivo e ottimale. L’istruttore di trail, formato secondo le direttive dello Snaq CONI, acquisisce le nozioni di biomeccanica della corsa e dei metodi di allenamento, la capacità della gestione dei gruppi, fa sue le norme da adottare in caso di emergenza e impara a muoversi in montagna con l’ausilio della cartografia, diventando così un vero e proprio punto di riferimento per gli appassionati e i neofiti, istruendo e preparando gli atleti ad affrontare percorsi e gare di qualsiasi livello. Per diventare istruttore, oltre ad avere la dote dell’insegnamento, è necessario avere esperienza e competenza, acquisita anche grazie alla partecipazione di gare di un certo livello, e soprattutto  è necessario avere tanta passione.    

L’Academy ha due indirizzi: uno più didattico e uno più agonistico, perché una persona dovrebbe iscriversi a questa scuola?

La scelta del doppio indirizzo “Academy” e “Team” è voluto, in quanto molti trailers, negli anni, si sono iscritti a varie squadre e società sportive, con le quali condividono oltra la maglia, anche la passione ella disciplina. Questo però non doveva essere un impedimento all’utilizzo dei  vari corsi e servizi della scuola. Per questo motivo, chiunque, può iscriversi all’Academy e essere seguito nel migliore dei modi. Parallelamente, il Team è il punto di riferimento per tutti gli atleti che vogliono condividere la passione affrontando insieme gli allenamenti e partecipando alle gare o anche semplicemente solo  la voglia di stare in un bel gruppo affiatato. Ovviamente anche gli atleti del Team possono usufruire della scuola, alla quale, si possono iscrivere tutte le persone che sono appassionate o anche semplicemente simpatizzanti del trailrunning, che hanno voglia di imparare o di perfezionarsi e di migliorare. Anche se nata da pochissimo, i consensi sono tanti.

La nostra rivista cerca sempre di dare molta importanza ad alimentazione, preparazione atletica e mental coaching, come hai impostato questi aspetti, che peso dai a questa parte? ti appoggi a qualche collaboratore?

L’Academy è una realtà molto giovane, ma molto ambiziosa: al centro dell’attenzione c’è l’atleta. Nel nostro sport, oltra alla preparazione fisica, non bisogna disdegnare quella mentale, che sta prendendo sempre più piede, nonché curare l’alimentazione e l’integrazione sia nella vita quotidiana lontana dai campi di gara e di allenamento, sia durante le competizioni, che sono sempre più lunghe, difficili e massacranti. Questa sinergia è utilissima affinchè si ottenga il massimo della prestazione; conosco validi professionisti del settore che posso consigliare in caso di necessità. Un trailer che ben si alimenta e con la mente carica avrò un rendimento atletico migliore e ottimale.

Parliamo un po’ dell’Enzo atleta: hai subìto un brutto infortunio l’anno scorso al Tot Dret. Obbiettivi per la stagione?

Il primo infortunio non si scorda mai: l’anno passato le gioie di un magnifico UTMB sono state spente dopo pochi giorni al Tot Dret dove, risalendo il ripido versante verso il Col Pinter, un brusco movimento, mi ha procurato una lesione importante al polpaccio e ai tendini. Ero tra le prime posizioni e ricordo ancora molto bene il rumore di “elastico che si rompe” e la fitta alla gamba  sinistra. Era il mese di settembre e ho ricominciato a correre da pochissimo: questi 6 mesi non hanno giovato alla mia preparazione fisica e hanno condizionato gli obiettivi stagionali. Il desiderio di partecipare alla decima edizione del Tor era tanta, ma non me la sono sentita di dover recuperare i mesi di inattività intensificando e non di poco gli allenamenti per recuperare il tempo perso, con il rischio poi di ricadute. Si è presentata la possibilità di partecipare alla “Lavaredo Ultra Trail” e ho subito accettato e spero, tra una lezione e l’altra di arrivare preparato!! Comunque un Tor lo farò, il nuovo Tor30 “Passage au Malatrà”, sono gli ultimi spettacolari  30km del TDG, che percorrerò insieme ad altri 14 del Team NoLIMITS.

Come si trova la motivazione per rientrare dopo tanto tempo? Che consiglio daresti ai tuoi atleti in cao di infortunio?

Come dicevo prima, la “molla” della passione è carica e nonostante l’infortunio non si è scaricata. Poi io sono un ottimista di natura, quindi cerco di guardare il lato positivo: dopo migliaia e miglia di km corsi, mi sono preso una vacanza, anche se forzata, e ne ho approfittato per riposarmi e soprattutto per creare l’Academy. Certamente ora ricominciare gli allenamenti è faticoso, anche perché quello che facevo prima dell’infortunio non so quando sarò in grado di rifarlo, ma l’importante è ripartire con metodo senza strafare. La forma arriverà pian piano. Come consiglio, in casi simili direi che è molto utile non focalizzarsi sull’infortunio, ma di trovare una attività alternativa, per distogliere la mente e magari utilizzare il tempo libero che improvvisamente si ritrova, per dedicarsi a tutto quanto nel tempo e negli anni si è trascurato e messo in disparte.

Quanto è importante avere una squadra e quindi dei compagni di allenamento, può essere uno stimolo far parte di un team o invece meglio prediligere le sedute in solitudine per evitare distrazioni?

La corsa in natura è bella e affascinamente sia che la si pratichi in gruppo che in solitaria. Solitamente per le uscite brevi è più semplice infilare le scarpette e uscire da soli appena si ha del tempo libero. Gli allenamenti più lunghi e la scoperta di nuovi sentieri magari anche difficili, risultano più divertenti se affrontati in gruppo. Inoltre poi gli stimoli all’interno del Team possono portare a sfatare tabù e a togliere dei limiti, come nel caso di cui parlavo sopra riferito all’iscrizione di gruppo al Tor30, dove in molti si sono lanciati e si sono iscritti, sicuri di arrivare preparati all’appuntamento, grazie ai vari allenamenti congiunti che si faranno in questi mesi. Inoltre lo spirito di squadra e di gruppo aiuta a stringere amicizie che si manifestano anche al di fuori dei sentieri davanti ad una pizza e qualche birra. Per me il Team è “si”, è la mia risposta definitiva e l’accendiamo!

Da qualche settimana è arrivato il primo supporto tecnico per il team, si tratta del brand francese Uglow sport. Quanto è importante un aiuto di questo tipo e che importanza dai come corridore ai materiali?

Dato che si corre in condizioni mutevoli, con qualunque meteo anche a quote elevate sia di giorno che di notte, i materiali utilizzati sono davvero importanti e fanno la differenza: per questo motivo è fondamentale segliere quelli giusti per ogni situazione e utilizzarli al meglio. All’Academy si imparerà anche questo aspetto, troppe volte sottovalutato. Per il Team abbiamo deciso di appoggiarci alla Uglow sport, che ci fornirà, a prezzo convenzionato, le  divise ufficiali del Team, che riprenderanno i colori del logo (rosso/nero) e gli altri capi di abbigliamento. Sono capi tecnici dal design innovativo, leggeri a ad alte prestazioni senza cuciture, in modo da prevenire al minimo le irritazioni e abrasioni. Anche altre aziende hanno deciso di appoggiare il progetto “NoLIMITS”: ad esempio Grivel, storico marchio di materiali ad alte prestazioni per la montagna,  Rudy Project con gli occhiali, Digi Instruments che tratta prodotti e accessori per lo sport, permettono agli iscritti di acquistare i loro prodotti a prezzi agevolati.

come è possibiel contattare la NoLIMITS Trail & Running Accademy?

CONTATTI UTILI

nolimits.trail.academy@gmail.com

Facebook – Nolimits – Trail & Running Academy

IG –  nolimits.team.academy

web – bit.ly/EnzoBenvenutoCoach

Daniele Milano nasce una buona cinquantina di anni fa in Valle d’Aosta. Cresciuto con la montagna dentro, ha sempre vissuto la propria regione da sportivo. Lo sci alpino è stato lo sport giovanile a cui ha affiancato da adolescente l’atletica leggera. Nei primi anni 90 la passione per lo snowboard lo ha letteralmente travolto, sia come praticante che come giornalista. Coordinatore editoriale della rivista Snowboarder magazine e collaboratore per diverse testate sportive di settore ha poi seguito la direzione editoriale della testata Onboard magazine, affiancando sin dal lontano 2003 la gestione dell’Indianprk snowpark di Breuil- Cervinia. Oggi Daniele è maestro di snowboard e di telemark e dal 2015 segue 4running magazine, di cui è l’attuale direttore editoriale e responsabile per il canale web running. Corre da sempre, prima sul campo di atletica leggera vicino casa e poi tra prati e boschi della Valle d’Aosta. Dal 2005 vive un po’ a Milano con la propria famiglia, mentre in inverno si divide tra la piccola metropoli lombarda e Cervinia. “La corsa è il mio benessere interiore per stare meglio con gli altri”