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SAUCONY Peregrine 13, TEST COMPLETO

di - 19/07/2023

SAUCONY Peregrine 13: Paolo Dellavesa ha testato la nuova versione di questa scarpa da trail…ispirata al falco Pellegrino!

CATEGORIA: TRAIL RACER
PESO: 268 G (US 8,5)
DROP: 4 MM
STACK HEIGHT: 28/24 MM

Tredici versioni, la parola a Paolo Dellavesa

“Peregrine è da poco giunta alla tredicesima edizione, il modello più rappresentativo della collezione trail di Saucony si rinnova.”

Quella che andremo a scoprire è la più moderna versione della scarpa ispirata al Falco Pellegrino, nientemeno che l’animale più veloce del mondo. Le premesse sono scintillanti, vediamo com’è andata…

DESIGN & FINITURE

Sono bianche, bianchissime, una scarpa molto bella da indossare anche tutti i giorni. Il design della Peregrine fa sicuramente la sua figura. Il contrasto giallo dell’intersuola e i richiami “clay” di linguetta e imbottitura sono davvero cool. La suola camo mimetizza letteralmente i tacchetti, tanti che si fatica a distinguerli con precisione.

CHIUSURA & ALLOGGIAMENTO

5 asole laterali più 1 anellino per l’aggancio delle ghette. Linguetta morbida e sottile, che consente di avvolgere con precisione il piede, in sinergia con le due asole centrali a fettuccia che amplificano questa sensazione. Lacci piatti, abbastanza elastici. Una volta serrata l’allacciatura, permettono una leggera tolleranza ed evitano fastidiose costrizioni al collo del piede. Chiusura efficace, non si allenta durante la corsa, complice un elastico che impedisce al fiocco di svolazzare. La costruzione generale piuttosto snella consente di avere il piede tutt’uno con la scarpa. Sensazione che apprezzo sempre molto e che mi consente di dare quel qualcosa in più quando devo spingere forte.

COMFORT

Comoda, più di quanto immaginassi. Mai come in questi ultimi anni, performance è sinonimo di comfort e la Peregrine ne è la dimostrazione! Il concetto di “racer” scomoda si sta progressivamente perdendo, a tutto vantaggio di un maggior comfort complessivo, che permette di correre più forte e più a lungo, e per questo la Peregrine raggiungerà una fetta maggiore di utilizzatori, oltre ai runner già affezionati, grazie alla sua reattività. Lavorazione della tomaia sull’avampiede quasi sartoriale! Io ho un piede abbastanza magro e la Peregrine 13 risulta fasciante, più della versione precedente. Provate in negozio il numero corretto. Dopo i primi giorni di utilizzo, la scarpa diventa più comoda e asseconda la forma del piede.

TRASPIRABILITÀ

Tomaia leggera a trama differenziata. La parte appena sopra all’intersuola è più fitta, per prevenire l’ingresso dei detriti e aumentare la protezione in caso di urti accidentali con sassi e/o radici. La sezione che avvolge il dorso del piede presenta invece alveoli più larghi, che la rendono più traspirante e alleggeriscono la calzatura. Il drenaggio è soddisfacente.

GRIP

Tenuta e grip complessivo da prima della classe. Compound della suola realizzato in mescola PWRTRAC, morbida già al tatto, che asseconda molto bene anche la roccia viva. I tacchetti aggressivi da 5 mm danno il loro meglio su terreni soffici. Su fondo battuto e asfalto il feeling è sorprendentemente buono. Intersuola e suola lavorano all’unisono e non fanno perdere la “spinta” del piede. Ciò grazie al numero elevato di tacchetti che, nonostante la loro altezza, consentono una buona impronta a terra. Promossa anche la loro resistenza: dopo i primi 150 km non noto usura eccessiva.

STABILITÀ

La Peregrine 13 è più alta di 1,5 mm della 12: 28 mm tallone/24 mm puntale. Rimane comunque molto stabile, grazie al drop di 4 mm e a un contrafforte tallonare solido. Ho sempre corso con serenità lungo veloci contropendenze e cambi di direzione improvvisi. Un grande punto a favore per garantire un’esperienza di corsa più “facile” e più veloce!

PROTEZIONE

Non è tra i modelli più protettivi sul mercato. Tuttavia gli inserti in TPU sulla tomaia sono nei punti strategici, quelli dove normalmente si corre il rischio di impattare con forza contro gli ostacoli. Puntale ben avvolto; lateralmente una sorta di lunga “zeta” in materiale termoplastico funziona bene, in quanto dopo le prime corse ho notato segni di sfregamento. Nessun dolore in corsa, sinonimo di protezione efficace. La grande onda del fiume Saucony (nome e logo aziendale) ha funzione protettiva, oltre che estetica. Io contrafforte tallonare, ben imbottito e comodo, garantisce sicurezza e comfort.

Rock plate efficace!

Capovolgendo la scarpa, si potrà notare una serie di profili verdi in fibra plastica (rossi nel modello azzurro) immersi nella suola. È il rock plate, che protegge egregiamente da sassi appuntiti e radici, senza diminuire la stabilità e la sensibilità, parametro quest’ultimo che apprezzo molto perché mi aiuta a “leggere” meglio il suolo, consentendomi ritmi più alti.

AMMORTIZZAZIONE

La nuova schiuma PWRRUN ha un’ottima capacità ammortizzante, maggiore della versione precedente. Ho percepito un buon assorbimento degli urti, soprattutto nella parte centrale-posteriore del piede. Soletta interna, leggermente imbottita, che incrementa ancor più la sensazione di morbidezza. Caratteristica che apprezzo molto in quanto migliora la sensazione di comfort, senza relegare il compito ammortizzante interamente all’intersuola, che in altri modelli per questo motivo risulta gommosa a discapito di reattività e precisione.

CONSIGLIATA PER…

La nuova Peregrine è più leggera (268 g rilevati nella misura 8,5 US), più alta e ammortizzata delle versioni precedenti. La sto usando con soddisfazione in una moltitudine di situazioni diverse. Ideale per allenamenti lenti senza indolenzimenti, come per veloci ascese grazie all’ottima trazione, e per picchiate da aspirante rapace. L’utilizzatore ideale secondo me è il runner di peso medio-leggero, con piede non largo, che cerca una scarpa affidabile, comoda ma prestazionale. Io peso 66 kg e la trovo ottima per corse anche di 50-60 chilometri, purché si disponga di una buona tecnica di corsa, a causa della sua forte neutralità e della non eccessiva stabilità.

 

Daniele Milano nasce una buona cinquantina di anni fa in Valle d’Aosta. Cresciuto con la montagna dentro, ha sempre vissuto la propria regione da sportivo. Lo sci alpino è stato lo sport giovanile a cui ha affiancato da adolescente l’atletica leggera. Nei primi anni 90 la passione per lo snowboard lo ha letteralmente travolto, sia come praticante che come giornalista. Coordinatore editoriale della rivista Snowboarder magazine e collaboratore per diverse testate sportive di settore ha poi seguito la direzione editoriale della testata Onboard magazine, affiancando sin dal lontano 2003 la gestione dell’Indianprk snowpark di Breuil- Cervinia. Oggi Daniele è maestro di snowboard e di telemark e dal 2015 segue 4running magazine, di cui è l’attuale direttore editoriale e responsabile per il canale web running. Corre da sempre, prima sul campo di atletica leggera vicino casa e poi tra prati e boschi della Valle d’Aosta. Dal 2005 vive un po’ a Milano con la propria famiglia, mentre in inverno si divide tra la piccola metropoli lombarda e Cervinia. “La corsa è il mio benessere interiore per stare meglio con gli altri”