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Specialized S-Works Torch, il nuovo limite

di - 25/05/2022

La nuova scarpa Torch è caratterizzata da un fit tradizionale con un design classico ed elegante. È realizzata con materiali flessibili ed è stata sviluppata per avere una migliore connessione tra piede a pedale. Per meglio capire il suo posizionamento, in Specilized spiegano che la S-Works Ares offre una calzata più “bloccata”, per avere maggiore potenza esplosiva.

Evoluzione profonda

Il progetto della S-Works Torch ha visto una notevole evoluzione, soprattutto a livello di materiali. È stato sostituito il Dyneema® con una serie di strati di materiali diversi posizionati in zone specifiche. Questi nuovi materiali sono più flessibili e adattabili, forniscono ai ciclisti il supporto necessario con un maggiore comfort. La S-Works Torch mantiene la stessa rigidità della S-Works 7 e la suola in fibra di carbonio è ottimizzata per ottenere questo risultato, nonostante pesi 20 grammi in meno.

Anche la calzata delle S-Works Torch è differente rispetto alle S-Works 7. La suola della S-Works Torch è leggermente più larga e presenta un design più asimmetrico in cui la tomaia è leggermente più bassa verso le dita più piccole del piede, questo aiuta a creare una sensazione di maggior connessione. La lunghezza della scarpa è identica, ma la pianta del piede è leggermente più larga. Per capirci, i ciclisti che hanno i piedi più larghi potrebbero trovarsi meglio con mezza misura in meno, se in precedenza hanno acquistato misure maggiori per recuperare sulla larghezza. La S-Works Torch è disponibile con standard fit e wide fit (+4mm).

In sintesi

Le S-Works Torch rappresentano l’ultima evoluzione nel campo delle calzature più vincenti nel ciclismo: utilizzando BodyGeometry, la biomimetica, la scienza dei dati e l’artigianalità, Specialized ha progettato una scarpa che vuole essere il nuovo riferimento del mercato.
• La nuova tomaia presenta rinforzi dove serve e allo stesso tempo è talmente flessibile da non essere quasi percepibile.
• Basandosi sui dati Retül raccolti con le scansioni dei piedi, è stata progettata una suola più larga di 4 mm rispetto al modello S-Works 7.
• La forma della suola in carbonio è stata ottimizzata attraverso l’aggiunta di un rinforzo ed eliminando l’accumulo di materiale superfluo attorno al perimetro. Il risultato è una riduzione del peso di 20 grammi, una maggiore efficienza e un trasferimento di potenza immediato.
• Grazie ai dati Retül, con la forma aggiornata si accomodano meglio i piedi dei ciclisti, con una calzata aderente.
• Una talloniera asimmetrica supporta il mediale e permette di rimuovere materiale dai lati e l’uso di un collare più basso.
• Il cambiamento del cavo BOA® migliora la tenuta e, allo stesso tempo, reduce la pressione sui legamenti anteriori della caviglia.
• Sistema BOA® S3-Snap Fit con micro-regolazione indipendente, con garanzia Boa®.
• Le bussole filettate in titanio possono essere invertite per arretrare maggiormente la tacchetta fino a 5 mm. Predisposizione per tutti i principali pedali con tacchette a tre viti.
• Tacchetta posteriore antiscivolo e facilmente sostituibile.
• ***Importante per la versione con pianta larga*** La nuova suola è 4 mm più larga di una suola standard (8 mm più large dell’S-Works 7)

Top anche il prezzo

Le nuove S-Works Torch sono disponibili nelle misure da 36 a 49 (con mezzi numeri fra 41 e 45), in tre colori (nero, bianco, grigio), al prezzo di 439 euro.

Mi piacciono le biciclette, tutte, e mi piace pedalare. Mi piace ascoltare le belle storie di uomini e di bici, e ogni tanto raccontarne qualcuna. L'amore è nato sulla sabbia, con le biglie di Bitossi e De Vlaeminck ed è maturato sui sentieri del Mottarone in sella a una Specialized Rockhopper, rossa e rigida. Avevo appena cominciato a scrivere di neve quando rimasi folgorato da quelle bici reazionarie con le ruote tassellate, i manubri larghi e i nomi americani. Da quel momento in poi fu solo Mountain Bike, e divenne anche il mio lavoro. Un lavoro bellissimo, che culminò con la direzione di Tutto MTB. A quei tempi era la Bibbia. Dopo un po' di anni la vita e la penna parlarono di altro, ma il cuore rimase sempre sui pedali. Le mountain bike diventarono front, full, in alluminio, in carbonio, le ruote si ingrandirono e le escursioni aumentarono, e io maturavo come loro. Cominciai a frequentare anche l'asfalto, scettico ma curioso. Iscrivendomi alle gare per pedalare senza le auto a fare paura. Poi, finalmente arrivò il Gravel, un meraviglioso dejavu, un tuffo nelle vecchie emozioni. La vita e la penna nel frattempo erano tornate a parlare di pedali: il cerchio si era meravigliosamente chiuso.