Pubblicità

TOOT Asheeta 3D, il manubrio non è più lo stesso

di - 08/06/2023

manubrio bici toot asheeta foto in studio frontale

TOOT Racing Engineering sposta la frontiera della performance nel ciclismo. La partnership iniziata alla fine del 2022 con i laboratori dell’Università di Pavia 3DProtolab e Compmech ha permesso allo staff guidato da Romolo Stanco di sviluppare nuovi progetti, sia sul telaio e i componenti, sia sulla posizione dell’atleta.
Con alcune delle menti più brillanti nel design, nella tecnologia e nell’ingegneria, viene ri-definito l’equilibrio tra atleta, bici e componenti per ottenere i migliori risultati nelle competizioni professionistiche con un approccio simile al Motorsport.
La profonda competenza del Prof. Gianluca Alaimo e del Prof. Ferdinando Auricchio nel settore dei materiali avanzati e della meccanica computazionale hanno consentito di ottimizzare le prestazioni di componenti essenziali alla performance e di dare inizio a un nuovo percorso di “innovazione trasformativa”.

⌈Leggi l’intervista a Romolo Stanco⌋

Figlio di Ashaa

Dopo il successo mondiale di Ashaa – manubrio utilizzato da Campioni del Mondo come Aaron Gate e Elia Viviani e altri atleti di primo livello – dall’incrocio tra ricerche aerodinamiche in laboratorio e su pista, sperimentazioni su materiali inusuali e dal feedback degli atleti su prototipi e versioni costantemente modificate, è nato Asheeta 3D.
Asheeta 3D è il primo risultato di una collaborazione che vuole portare il Ciclismo di performance al livello del Motorsport più evoluto, con l’obiettivo di esaltare e ottimizzare le prestazioni di atleti dalle qualità incredibili.

Con i nuovi regolamenti UCI 2023, Asheeta 3D ottimizza la posizione aerodinamica dell’atleta in modo significativo configurando un nuovo standard e migliorando di quasi il 7% il CdA in ogni posizione. La forma della drop-bar ricalca quella di ASHAA ma riduce la larghezza (esterno/esterno) a solo 280 millimetri nella parte inferiore, permettendo in presa alta di assumere una postura paragonabile a quella da gare a cronometro.

Tre misure e due materiali

Asheeta 3D è realizzato con un processo additivo presso il 3DProtolab a Pavia: Stanco e Alaimo hanno lavorato su forme e materiali per incrementare la rigidezza di Ashaa (già considerato uno dei manubri più rigidi del mondo Pista). ASHEETA 3D è disponibile in due diversi materiali (acciaio 316L e titanio 6/4) e in 3 taglie standard (320 mm/300 mm/280 mm)
La versione in acciaio 316L ha parametri di rigidezza a flessione e torsione imparagonabili sul mercato: abbassamento di 1.42 mm con un carico di 312 N applicati in perpendicolare sulla parte terminale del manubrio.

Personalizzazioni a alta prestazione

CYBP® (Customize Your Best Performance) è un servizio di progettazione esclusiva per ciascun atleta. Accedendo al servizio CYBP®, Asheeta 3D viene quindi ri-parametrizzato in base all’antropometria, alla postura e ai bisogni del singolo atleta.

Grazie a sistemi di stampa 3D, in 24 ore può essere realizzato un esemplare funzionale (non ancora utilizzabile) che viene spedito all’atleta. Il prototipo, realizzato in questo modo, è sufficientemente resistente per valutare handling, ergonomia e impugnatura e consente anche di testare la posizione in galleria del vento.
Sulla base dei feedback dell’atleta, Asheeta 3D è quindi ri-parametrizzato, inviato all’UCI per la registrazione e messo in vendita con l’esplicitazione delle caratteristiche specifiche così da poter essere utilizzato.

La filosofia di Romolo Stanco in T°RED Bikes trova nel mondo racing una declinazione sempre più vicina al modo di lavorare, con approccio personalizzato in cui lo staff tecnico dialoga con il singolo atleta per massimizzare le prestazioni in gara.

Asheeta 3D è in vendita a 1.390,00 euro nella versione standard. CYBP® è acquistabile a parte a 990,00 euro. Per informazioni e dettagli: info@tootengineering.com

Mi piacciono le biciclette, tutte, e mi piace pedalare. Mi piace ascoltare le belle storie di uomini e di bici, e ogni tanto raccontarne qualcuna. L'amore è nato sulla sabbia, con le biglie di Bitossi e De Vlaeminck ed è maturato sui sentieri del Mottarone in sella a una Specialized Rockhopper, rossa e rigida. Avevo appena cominciato a scrivere di neve quando rimasi folgorato da quelle bici reazionarie con le ruote tassellate, i manubri larghi e i nomi americani. Da quel momento in poi fu solo Mountain Bike, e divenne anche il mio lavoro. Un lavoro bellissimo, che culminò con la direzione di Tutto MTB. A quei tempi era la Bibbia. Dopo un po' di anni la vita e la penna parlarono di altro, ma il cuore rimase sempre sui pedali. Le mountain bike diventarono front, full, in alluminio, in carbonio, le ruote si ingrandirono e le escursioni aumentarono, e io maturavo come loro. Cominciai a frequentare anche l'asfalto, scettico ma curioso. Iscrivendomi alle gare per pedalare senza le auto a fare paura. Poi, finalmente arrivò il Gravel, un meraviglioso dejavu, un tuffo nelle vecchie emozioni. La vita e la penna nel frattempo erano tornate a parlare di pedali: il cerchio si era meravigliosamente chiuso.