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Ayana, un 10000 da leggenda a Rio

di - 12/08/2016

La più grande gara di 10000 metri femminili della storia. Iniziano con un botto colossale i Giochi Olimpici per l’atletica a Rio de Janeiro, dove l’etiope Almaz Ayana con 29’17”45 ha frantumato il record del mondo vecchio di 23 anni, il 29’31”78 della cinese Wang Junxia, la punta del movimento cinese di Ma Junren da sempre molto chiacchierato, un primato che per molti sapeva di doping (anche se mai confermato) che ora è storia. L’attualità porta il nome di Almaz Ayana, autrice di una gara eccezionale grazie anche alla tattica imposta dalla kenyana Alice Aprot, che ha impostato un ritmo straordinario svolgendo inconsapevolmente il ruolo di eccezionale lepre. Un’iniziativa quella della campionessa africana in carica che ha fatto subito esplodere il gruppo di 37 unità (anche questo un primato) con la Ayana che si è posta subito alle sue spalle, poi la campionessa europea, la turca Yasemin Can e le altre africane Vivian Cheruiyot e Betsy Saina (Ken), Tirunesh Dibaba e Gelete Burka (Eth) e l’americana Molly Huddle a chiudere.

L'arrivo della Ayana (foto Getty Images/organizzatori) L’arrivo della Ayana (foto Getty Images/organizzatori)

La Aprot ha continuato a spingere per liberarsi delle avversarie, ma la Ayana mostrava apertamente di non soffrire, anzi, così appena passata la metà gara in 14’46”81 che lasciava già presagire il primato, ha cominciato a piazzare giri da 66-67 secondi che hanno fatto il vuoto alle sue spalle. La più lesta a inseguirla è stata proprio la Cheruiyot e anche questo ha favorito la Ayana che sentendo non a distanza di sicurezza la più accreditata delle rivali ha continuato a spingere e a guadagnare sulla tabella del record del mondo. Nel finale l’etiope è stata capace anche di accelerare, alla faccia di chi diceva che non è in possesso di un notevole finish per firmare un record del mondo storico. Eccezionali anche le prove della Cheruiyot, argento in 29’32”53 e della campionessa uscente Tirunesh Dibaba, bronzo in 29’42”56, mamme volanti tornate alle gare pensando ai Giochi Olimpici che chiudono con il podio a suon di primati personali fortemente migliorati e anche la Aprot è riuscita a scendere sotto la fatidica soglia dei 30 minuti in 29’53”51. Una gara di livello maschile, nella quale si sono registrati qualcosa come un record mondiale, uno continentale (quello americano della Huddle, sesta in 30’13”17), 8 nazionali e 18 personali, nella quale Veronica Inglese ha faticato a trovare un suo ruolo, troppo forte il ritmo imposto, ma anche nella seconda parte la pugliese non aveva quel fondo per recuperare molte posizioni anche a causa di una caduta subita fra il 2° e il 3° km, finendo così lontana dal suo personale stabilito ad Amsterdam. Per lei 30esima posizione in 32’11”67.