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Cody Reed | A running globetrotter

di - 01/03/2023

Cody Reed

Il nostro direttore Daniele Milano Pession ha incontrato Cody Reed durante la fantastica settimana trascorsa a giugno a Cortina d’Ampezzo, in occasione della LUT – Lavaredo Ultra Trail. Cody ha recentemente vinto la 100 miglia Gran Sasso World Series e sembra essere in super forma. Scopriamo cosa ci ha raccontato!

 

Ciao Cody, e benvenuto su 4running! Parlaci di te.

Ciao, mi chiamo Cody Reed e sono un trail runner californiano professionista, di 31 anni. Ho iniziato il trail running poco dopo la scadenza della mia idoneità alla corsa al college, nel 2015 a Flagstaff, in Arizona. Dopo le mie prime due gare sono stato sponsorizzato da Under Armour. Da allora ho raccolto alcuni altri sponsor come Spring Energy per il mio “carburante da corsa” e gli orologi Coros. Uno degli aspetti che amo di più del trail running è viaggiare in tutto il mondo, incontrare persone nuove e interessanti e condividere con loro il tempo che trascorro sui sentieri.

 

Ti abbiamo conosciuto alla LUT insieme a Dino Bonelli e Michele Graglia. Un bel trio!

A Cortina sono andato proprio per partecipare alla LUT e ti posso assicurare che ero davvero molto emozionato per la gara. Ci tenevo molto ad ottenere un buon risultato. Mi sono chiesto più volte se la mia forma fisica fosse al giusto livello e se mi fossi allenato a sufficienza. Prima della LUT sono stato per un po’ in Sud Africa, dove sfortunatamente mi sono ammalato un paio di volte, e per questo motivo temevo di non essere all’altezza dell’impegno richiesto. Infatti ho dovuto diminuire notevolmente i carichi di lavoro e le miglia percorse, compromettendo proprio il blocco di allenamento che stavo concludendo. Sono arrivato sulla starting line della LUT non sentendomi in forma come avrei voluto… E poi ancora, proprio la settimana prima dell’evento, con Michele e Dino in prospettiva della gara abbiamo intrapreso un viaggio attraverso l’Europa. Mi sono ammalato di nuovo, questa volta per un problema intestinale. Quindi le mie condizioni fisiche erano tutt’altro che ideali per presentarmi in partenza alla LUT!

 

 

Comunque hai partecipato alla LUT. 

La gara, com’era prevedibile, non è andata molto bene. Penso di essere arrivato a 40 miglia prima di rendermi conto che era meglio abbandonare. Non stavo bene, il mio corpo era decisamente malconcio. Avevo seri problemi a controllare la temperatura corporea e il mio stomaco era fuori uso. Non sarei sicuramente riuscito nemmeno a camminare per il resto della prova. In quel momento avrei voluto solo dormire! Questa è stata la seconda competizione che ho tentato in cui si corre di notte e ho fallito. La LUT è una gara a cui tengo molto e spero con tutto il cuore di ritornare in futuro per correrla al meglio. Cortina e le Dolomiti sono qualcosa di incredibile e voglio veramente conquistare come si deve quelle montagne! Ho corso in molti posti meravigliosi in tutto il mondo, le Dolomiti sono senz’ombra di dubbio tra i migliori. In gara, mentre stavo correndo nella lunga (davvero lunga…) discesa, verso metà prova, all’alba… hai presente dove vedi le Tre Cime che iniziano ad apparire mentre il sole sta sorgendo, e in fondo alla valle il grande lago? Lì il terreno è completamente ricoperto di erba verde e muschio. Le montagne si alzano all’improvviso, come vere e proprie scogliere… Ecco, quello secondo me è il posto più bello che abbia mai visto in vita mia! E anche questo è un ottimo motivo per tornarci a correre e rivedere le Dolomiti.

 

 

La LUT è stata una bellissima occasione per rimanere in Italia e viaggiare in camper insieme a Michele e Dino, com’è andata?

Durante il nostro viaggio on the road con Dino e Michele, e poi la nostra permanenza a Cortina, ho conosciuto Dino abbastanza bene, o meglio, credo di averlo conosciuto. È veramente un grande! Una delle persone migliori che abbia mai incontrato. È così pieno di energia e idee. Ci siamo subito trovati bene. È sempre in viaggio: da quando l’ho visto tre mesi fa, è andato nei Caraibi, in Africa e in Medio Oriente. Spero proprio che in futuro io e Mickey possiamo nuovamente condividere con lui nuovi viaggi e nuove avventure.

 

E Michele? Per noi un grande atleta, ma soprattutto un grande uomo. Che ne pensi?

Ho conosciuto Michele due anni fa in California. Lui viveva a Big Bear e io a Mammoth Lakes. Penso che mi abbia contattato su Instagram e mi abbia detto che avremmo potuto incontrarci per una corsa sul Monte Whitney. Tra di noi si è creato sin da subito un ottimo feeling e da allora siamo diventati grandi amici. Ci siamo anche fatti delle belle sciate sul Monte Whitney, tra l’altro, e alcune uscite di sci alpinismo a Mammoth e Big Bear, sci di fondo e campeggio. Ci piace molto spingerci a vicenda e divertirci. Mi dispiace che non vivremo più relativamente vicini l’uno all’altro, ma sarò sempre entusiasta di fargli visita a casa sua in Italia!

 

Cody Reed

 

Tu sei spesso in giro per il mondo, partecipando a gare di trail. Che idea hai del trail running in Italia? Ti piace l’ambiente qui?

L’Italia è uno dei miei posti preferiti e mi piacerebbe molto trascorrerci più tempo! Correre in Italia è fantastico, ovunque tu sia. Ma non è solo per la corsa, mi attrae molto il modo di vivere, senza ovviamente dimenticare il cibo. Indubbiamente un posto in cui mi trovo sempre a mio agio, e il trail running, nonché le gare di livello mondiale, lo rendono ancora più incredibile.

 

Tu sei atleta Under Armour che, si dice in giro, stia partendo con un grosso progetto legato al trail running e non solo al road running. Ricordiamo che avete appena vinto la NYCM con Sharon Lokedi…

Quando ho visto che Sharon – un’altra atleta Under Armour – aveva vinto la Maratona di New York sono rimasto così stupito! Ma nemmeno così tanto. Sharon è infatti una grande atleta, che mi piace moltissimo e che vive e si allena proprio a Flagstaff, dove ho vissuto anch’io per 10 anni. Ogni volta che viaggio negli Stati Uniti o nel mondo, mi chiedo sempre come sarebbe abitare nei posti che visito. Non ne ho trovato uno migliore per essere un corridore professionista rispetto a Flagstaff. Nella parte nord dell’Arizona, Flagstaff si trova a ben 2.133 metri sul livello del mare. Lì puoi quindi trovare la quota per allenarti al meglio, il clima giusto, i sentieri, le strade e, forse la cosa più importante,  la running community di cui si ha bisogno per avere successo in ogni disciplina, dalla maratona, alle corse su pista, alle ultra. Sto pianificando di ritornarci a vivere nel 2023. Mi manca!

 

100 miglia Gran Sasso World Series, una grande vittoria!

Cercavo una gara da correre dopo un’estate di allenamenti sulle Alpi, e proprio Michele promuoveva da mesi la corsa dei Cento, quindi mi sono subito interessato e gli ho chiesto di aiutarmi a mettermi in contatto con gli organizzatori. Sono così felice che l’abbia fatto, perché non solo la gara è stata per me un successo, con la prima vittoria in una corsa notturna, ma ho instaurato con gli organizzatori un ottimo rapporto personale e sono sicuro che ritornerò per altre edizioni di quella in Abruzzo e di altre gare del circuito “One Hundred”.

 

Cody Reed

 

Come ti sei trovato con l’organizzazione? Tutti ne hanno parlato molto bene.

Per il futuro hanno grandi progetti e sono ottimista sul fatto che saranno sempre più popolari nel mondo della corsa, come altre importanti “Series” attualmente esistenti. Sono molto felice di averne sentito parlare, di aver partecipato, di aver vinto, ovviamente, e di poter seguire da protagonista la loro crescita.

 

Quali sono i tuoi prossimi progetti?

Al momento per il 2023 non ho progetti particolari, ma penso che un ritorno alla “Western States” dovrebbe essere preso seriamente in considerazione! Si tratta di una gara che mi piacerebbe molto rifare. E’ stata la prima 100 miglia a cui io abbia preso parte! Inoltre penso proprio di potermi ripresentare e migliorare notevolmente il mio tempo, grazie all’esperienza maturata in altri eventi e in allenamento su quel tipo di distanze. 

 

Un messaggio finale ai nostri lettori?

“All the best!” a tutti voi. Spero di incontravi nuovamente in Italia in occasione del mio prossimo viaggio.

Di Daniele Milano Pession  |  foto: Dino Bonelli

Corro quanto basta, pedalo a giorni alterni, parlo troppo. Nelle pause mangio. Instancabile sostenitrice di quanto lo sport ti salvi. Sempre. Le mie giornate iniziano sempre così: un caffè al volo e il suono del GPS che segna l'inizio di un allenamento. Che corra, pedali o alzi della ghisa poco importa: l'importante è ritagliarmi un momento per me che mi faccia affrontare la giornata nel modo migliore.