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Cursa di Ciclopi 500k di “Balisaggio”, l’experience di Oliverio Alotto

di - 16/10/2023

Cursa di Ciclopi, 500k di “Balisaggio”, con partenza e arrivo nella splendida Cefalù, con oltre 20.000 D+, questa è l’esperienza di Oliviero Alotto, tracciatore ufficiale.

Testo e foto di Oliviero Alotto

L’edizione Zero

Tra fine aprile e inizio maggio, in Sicilia si è svolta la prima edizione della Cursa di Ciclopi, gara di ultra endurance di oltre 500 km, con partenza e arrivo a Cefalù, in Sicilia. L’anno scorso ho avuto la fortuna di correre l’edizione zero, a inviti. Una prima prova riservata a pochi atleti, che aveva l’obiettivo di verificare il percorso e i tempi di percorrenza, oltre che di promuovere la competizione stessa e tutto il territorio interessato.

“Difficile definire una competizione come questa esclusivamente come una gara, sarebbe più giusto per molti partecipanti definirla un’esperienza.”

Sicilia: autentica, profonda… diversa!

“Certo, c’è chi la corre con obiettivo agonistico, com’è giusto e legittimo che sia, ma moltissimi partecipanti, soprattutto in una gara di questo tipo, vogliono prima di tutto vivere il viaggio e scoprire una regione che non hanno mai visto.”

Quello che per me rende questa competizione unica in Italia per lunghezza ma anche per ricchezza del panorama, che mi ha colpito fin dai primi chilometri, è la diversità. Basti pensare che si parte dal mare e, dopo meno di 10 km, ci si ritrova in montagna, per iniziare a esplorare un tracciato che ha accompagnato i runner a scoprire le Madonie, l’Etna e i Nebrodi, territori così diversi tra loro per altimetria, vegetazione, tipi di montagne. Insomma, un viaggio nella Sicilia più autentica e profonda, ma non solo natura. Basti pensare che la gara, con uno sviluppo complessivo di oltre 500 chilometri, passa attraverso 50 comuni, 8 tra i borghi più belli d’Italia, 4 parchi regionali, percorrendo parte del Sentiero Italia.

Il “Balisaggio”, la Mia Cursa

“Spesso chi corre fa fatica a immaginare tutto il lavoro di preparazione che c’è a monte, durante i mesi che precedono le gare. Per gli eventi più importanti, si inizia addirittura non appena si conclude l’edizione precedente, poco meno di un anno prima.”

La “Cursa”, con i suoi 500 e più chilometri di sviluppo, ha richiesto un impegno preparatorio veramente importante in cui sono stato direttamente coinvolto. La “Mia Cursa” è stata un po’ diversa da quella di tutti gli altri atleti presenti. Per questa prima edizione ho rinunciato a indossare un pettorale e ho curato personalmente tutte le operazioni di tracciatura e balisaggio del percorso. A gara iniziata ho poi continuato a seguire gli atleti, interfacciandomi direttamente con gli organizzatori. 10 giorni di lavori preparatori davvero impegnativi, che mi hanno però permesso di capire ancora di più le difficoltà che si devono superare per allestire nel migliore dei modi ogni tipo di evento sportivo.

Un anno dopo

“Dopo aver partecipato all’edizione zero l’anno scorso, come atleta invitato, quest’anno mi è stato direttamente chiesto da parte dell’organizzazione di affiancarla.”

Visto che conoscevo già il percorso, mi è stato affidato il ruolo di tracciatore ufficiale, ovvero responsabile del balisaggio, dal francese “balisage”, che può suonare come marcatura.

Un’esperienza estrema, ma piena di soddisfazioni

“Indubbiamente si è trattato per me di un’esperienza piuttosto estrema, in cui ho messo alla prova tutto ciò che ho imparato in anni di gare e di esperienze outdoor complesse.”

Ognuno di noi, al di là di quanto possa correre forte o piano, si porta sempre dietro un bagaglio di cultura sportiva che, in casi come questo, si rivela estremamente utile. Per una competizione lunga come la Cursa di Ciclopi, sviluppata su un territorio così impegnativo e vasto, gli imprevisti possono essere tantissimi. Programmare al meglio la tracciatura dei giorni precedenti è fondamentale, tanto per la sicurezza degli atleti quanto per la buona riuscita della stessa.

Giorgio Cambiano e la “visione” della Cursa

“Il grande lavoro di studio del percorso è stato fatto da Giorgio Cambiano, visionario organizzatore di questo stupendo progetto.”

Da anni lavora su un itinerario che possa valorizzare al massimo questa parte della Sicilia, convinto, e io con lui, che il Trail possa essere un veicolo di crescita di questa regione stupenda, conosciuta e famosa per il mare, ma non ancora valorizzata abbastanza per l’incredibile patrimonio di sentieri e percorsi montani.

TorX, mamma della Cursa

La Cursa di Ciclopi non a caso è inserita nell’alveo delle Experience TOR (il Tor des Géants in Valle d’Aosta, n.d.r.), la “gara madre” quando si parla di Prove di ultra endurance in montagna.

“Il Tor des Géants ci ha insegnato anche questo, che un territorio può crescere grazie a una gara.”

Sì, perché prima che il TOR aumentasse di popolarità, il mondo dei trail runner e dei grandi camminatori non conosceva così bene le Alte Vie 1 e 2, lungo le quali si snoda il percorso della competizione. Durante la gara, i sentieri sono sempre popolati di tifosi e simpatizzanti, anche grazie al lavoro culturale che il Tor ha svolto. La competizione è stata infatti accolta a braccia aperte da tutti gli abitanti della Valle d’Aosta, consci dell’incredibile forza emozionale che può avere questo tipo di evento.

Il percorso della Cursa

“Il percorso è stato fatto, come si dice in gergo, sulla carta. Ovvero, cartina alla mano, si cerca il tracciato migliore che passi nei luoghi che si vogliono valorizzare.”

Si definisce una distanza chilometrica ideale e, di conseguenza, si punta, attraverso lo sviluppo del percorso stesso, a ottenere la distanza prescelta. Ma tutto questo non è sufficiente e da qui in poi viene il bello! Infatti, dopo tanta teoria, si passa alla parte pratica, provando i vari settori e cercando di capire se tutto può funzionare o meno. Bisogna innanzitutto verificare se ciò che si è previsto a tavolino corrisponda poi alla realtà. Le stagioni spesso modificano lo stato della vegetazione. I rivoli d’acqua, con l’arrivo della primavera, possono trasformarsi in veri e propri fiumiciattoli. I rovi possono cancellare porzioni di sentiero che spesso vanno ricreate manualmente.

La mia traccia GPX con GARMIN Enduro 2

“In poche parole, questo è stato il mio lavoro alla Cursa. Ho percorso il tracciato partendo da una traccia GPX, che era stata fatta e affrontata da Giorgio Cambiano.”

Ho caricato la traccia sul GARMIN ENDURO 2, la nuova versione dell’Enduro che avevo appena iniziato a testare. L’Enduro si è dimostrato incredibilmente affidabile. Un display sempre leggibile, anche in condizioni di luce estrema senza possibilità di ombra, piuttosto che nella navigazione notturna. Ho enormemente apprezzato la precisione del GPS e la durata della batteria davvero incredibile.

GARMIN InReach Mini 2

Con me avevo sempre l’InReach Mini 2, che trovate recensito su questo stesso numero a pag. 124, con il quale comunicavo costantemente la posizione, oltre a mantenere attivo il live track. Il che mi permetteva di essere recuperato dalla jeep che avevo di supporto, con la quale percorrevamo i tratti di strade fattibili in macchina.

KOMOOT, la doppia verifica

“A supportare il lavoro, seguivo sempre, in contemporanea al Garmin, la traccia su KOMOOT, direttamente dall’app dello smartphone, in modo da avere un doppio strumento di verifica sulla correttezza di quanto stavo facendo.”

Una sorta di prova del 9 che si è rivelata fondamentale, soprattutto quando la vegetazione ha coperto parte del percorso originale o quando alcuni piccoli corsi d’acqua formatisi in primavera hanno letteralmente cancellato il sentiero. Per segnare il tracciato avevamo bombolette spray ad acqua “rigorosamente ecologiche” e bandierine, principalmente bandierine: ne abbiamo apposte più di 15.000 sul percorso, mentre nei centri urbani utilizzavamo le bombolette sulla strada per segnare gli incroci. Ovviamente, terminata la gara, le scope hanno ritirato tutte le bandierine, e anche quello è stato un lavoro di notevole impegno.

“Per me è fondamentale che, quando si svolgono attività sportive Outdoor, si riporti poi tutto allo stato originale. è un segno di rispetto verso la terra che ci ospita e che, di conseguenza, va valorizzata e tutelata, sempre!”

Una grande soddisfazione, grazie Sicilia!

Insomma, si è trattato sicuramente di un lavoro piuttosto impegnativo, ma davvero molto interessante, che mi ha coinvolto anche emotivamente e non solo professionalmente. Mi ha permesso di verificare “metro a metro” tutto il percorso in anticipo e di conoscerlo al meglio anche quando gli atleti chiamavano per avere informazioni o si perdevano durante le fasi di gara. Grazie “Cursa”, grazie Sicilia.

Daniele Milano nasce una buona cinquantina di anni fa in Valle d’Aosta. Cresciuto con la montagna dentro, ha sempre vissuto la propria regione da sportivo. Lo sci alpino è stato lo sport giovanile a cui ha affiancato da adolescente l’atletica leggera. Nei primi anni 90 la passione per lo snowboard lo ha letteralmente travolto, sia come praticante che come giornalista. Coordinatore editoriale della rivista Snowboarder magazine e collaboratore per diverse testate sportive di settore ha poi seguito la direzione editoriale della testata Onboard magazine, affiancando sin dal lontano 2003 la gestione dell’Indianprk snowpark di Breuil- Cervinia. Oggi Daniele è maestro di snowboard e di telemark e dal 2015 segue 4running magazine, di cui è l’attuale direttore editoriale e responsabile per il canale web running. Corre da sempre, prima sul campo di atletica leggera vicino casa e poi tra prati e boschi della Valle d’Aosta. Dal 2005 vive un po’ a Milano con la propria famiglia, mentre in inverno si divide tra la piccola metropoli lombarda e Cervinia. “La corsa è il mio benessere interiore per stare meglio con gli altri”