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SCOTT JUREK, la magia di chi corre lontano

di - 30/07/2023

SCOTT JUREK, la magia di chi corre lontano, icona di sempre della corsa fuoristrada, che fortuna averlo potuto intervistare!

Di Daniele Milano Pession | foto apertura: Sergio Mateo – sportmedia.es

 

“Quando nel 2012 usciva negli Stati Uniti la prima edizione del saggio bestseller “EAT & RUN”, i due autori, Scott Jurek e Steve Friedman, non pensavano sicuramente all’enorme successo che avrebbero avuto da lì a pochi anni.”

Un libro che all’epoca rompeva gli schemi dell’editoria sportiva specializzata, senza per questo andare contro corrente. Scott Jurek, talento incredibile, si raccontava con semplicità al proprio pubblico, tracciando una strada invisibile, fatta di parole ed emozioni, diventata poi simbolo di una vera e propria cultura outdoor.

Parole ed emozioni

“Jurek parla, scrive e catalizza, cristallizzando tra le pagine della sua opera la magia della corsa. Eat & Run crea un mondo parallelo, regalando al lettore un ideale di libertà unico.”

 

Cara Brooks, ma che regalo mi hai fatto?

Ho avuto l’opportunità di conoscere personalmente Scott, durante il viaggio stampa organizzato da Brooks alla fine di febbraio in occasione della Transgrancanaria, e grazie al quale è nata questa breve intervista.

Photos for Brooks Running taken by Sportmedia at Transgrancanaria at the Trail Summit Event

Ciao Scott, è per me un grande onore poter parlare con te. Benvenuto su 4running!

Grazie a te. È per me sempre un piacere poter parlare di corsa e della mia vita di runner.

In Italia molti appassionati di corsa hanno letto “EAT & RUN”. Spiegaci come mai hai deciso di scrivere un libro. Pensavi che sarebbe diventato un bestseller della corsa?
Ho sempre resistito per non scrivere un libro… (sorride). Mi sono sempre detto: “Ma è un lavoro troppo duro, è troppo difficile, prima o poi lo scriverò. Poi un giorno un amico mi ha dato una mano per iniziare, e nel frattempo è uscito “Born to Run” di Christopher McDougall. Così, un po’ per gli amici che mi spingevano a farlo, un po’ per il libro di Chris che era già pubblicato, ho deciso di iniziare a scrivere. Ho scoperto che mi riusciva molto facile e che avevo tante cose da dire.

Leggendo il libro emerge la tua grande passione per l’outdoor sin da bambino. Come hai fatto a non stancarti mai di correre? Cosa ti attrae così tanto?
Credo che il segreto stia nel fatto che dietro ogni angolo c’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire. Non importa dove ci si trova, un bosco, una prateria, oppure la strada di una città. Là in fondo, dietro l’angolo, c’è sempre qualcosa di nuovo. Ho così imparato ad apprezzare anche la corsa su strada e a rimanere stupito di tutto ciò che incontravo correndo ed esplorando allo stesso tempo. Ho imparato ad amare la corsa su strada e ad amare il posto in cui mi trovavo, meravigliandomi ogni volta che giravo l’angolo di una strada. È come tornare di nuovo bambino.

Ho quasi finito di leggere il tuo libro, e quello che ho appreso non è come correre più forte, ma come imparare a tenere duro nella vita di tutti i giorni. È questo il tuo messaggio?
È esattamente così, questo è il messaggio che ho costantemente cercato di far arrivare ai lettori. Ciò che capita in una gara rimane a lungo nella mia vita, che sia andata bene o che sia andata male, ho sempre qualcosa da imparare. La corsa è un insegnamento continuo che mi serve sempre nella vita i tutti i giorni.

Sbaglio o per te la corsa è come un grande viaggio dell’anima?
Credo che sia un veicolo per trovare la strada dell’anima. Si possono fare delle scelte per capire chi si è veramente, ognuno di noi ha una storia diversa. Correndo si può comprendere meglio questo concetto. Io ho imparato tanto dalla vita e altrettanto dalla corsa. Siamo noi che scegliamo quanto voler correre e quanto a lungo. La vita non sempre ti permette di scegliere. È così e basta.

Possiamo considerare la corsa e lo sport in genere come “magister vitae”?
Semplice, bellissima e maestra di vita, queste sono le tre vere ragioni che mi hanno sempre portato ad amare la corsa. Ho imparato così tanto dalla vita e così tanto dalle corse. Un continuo saliscendi in cui un momento va tutto bene e poi tutto può cambiare rapidamente.

Tu per portare a termine le tue imprese incredibili hai sempre faticato tantissimo, fino quasi a morire. Ma cosa hai imparato da tutto questo? Cosa ti ha insegnato la fatica?
Sono sempre riuscito ad andare oltre quello che immaginavo. La corsa mi ha insegnato che oltre ogni limite c’è sempre qualcosa di nuovo da imparare. La vita stessa è un processo continuo e inesauribile di apprendimento personale, grazie a ciò che vivi e grazie agli altri.

Hai una famiglia fantastica e seguendoti su Instagram si percepisce che siete molto legati. Com’è Scott Jurek padre e marito?
Avere una famiglia è come fare un’ultramaratona. Da Instagram sembra tutto sempre super facile, ma è una challenge continua. La pagina che rappresenta la nostra famiglia, “jureksontherun”, dimostra che siamo sempre molto coesi e che tutto ciò che facciamo è perché ci crediamo. Siamo una famiglia molto unita e questo mi piace molto. Viviamo in una piccola casa e stare fuori per fare cose, vivere outdoor, è il nostro stile di vita. Ho sempre da imparare così tanto dai miei figli e altrettanto da mia moglie.

Brooks, un rapporto che vi lega da tanti anni. Com’è nato? Di cosa ti occupi per lo sportbrand più #runhappy del mondo?
IL CEO di Brooks, Jim Webber, un giorno venne nel negozio in cui lavoravo a Seattle e ci disse che voleva produrre la miglior scarpa da trail running di sempre. Così tutto è cominciato.

Quest’anno un traguardo importante, compi 50 anni!
Sono molto soddisfatto di come ho vissuto la mia vita sino a ora. Vorrei ancora fare qualche record su lunghe distanze, ma se voglio fare qualcosa la voglio fare da 50enne, e per prima cosa voglio divertirmi!

Daniele Milano nasce una buona cinquantina di anni fa in Valle d’Aosta. Cresciuto con la montagna dentro, ha sempre vissuto la propria regione da sportivo. Lo sci alpino è stato lo sport giovanile a cui ha affiancato da adolescente l’atletica leggera. Nei primi anni 90 la passione per lo snowboard lo ha letteralmente travolto, sia come praticante che come giornalista. Coordinatore editoriale della rivista Snowboarder magazine e collaboratore per diverse testate sportive di settore ha poi seguito la direzione editoriale della testata Onboard magazine, affiancando sin dal lontano 2003 la gestione dell’Indianprk snowpark di Breuil- Cervinia. Oggi Daniele è maestro di snowboard e di telemark e dal 2015 segue 4running magazine, di cui è l’attuale direttore editoriale e responsabile per il canale web running. Corre da sempre, prima sul campo di atletica leggera vicino casa e poi tra prati e boschi della Valle d’Aosta. Dal 2005 vive un po’ a Milano con la propria famiglia, mentre in inverno si divide tra la piccola metropoli lombarda e Cervinia. “La corsa è il mio benessere interiore per stare meglio con gli altri”