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Intervista a PHILIPP AUSSERHOFER, funambolo dell’impossibile

di - 08/11/2023

Un profilo Instagram unico @theflyingflip, che ci ha entusiasmati, un modo di vivere l’outdoor genuino, un rapporto con la competizione da vero atleta, lui è PHILIPP AUSSERHOFER!

foto: Verena Illmer e C.Alonso
“Tra i monti si possono vivere emozioni uniche, li adoro. L’ultrarunning non è solo il mio sport, è la mia passione e il simbolo di quello che io intendo per ‘vita’: i saliscendi, i momenti quieti da vivere da solo, ma anche le urla ai traguardi di tutto il mondo.”

Chi è Philipp?

Se pensiamo al giovane altoatesino, classe 1992 dalla Valle Aurina, come a un atleta del Team SCARPA, perdiamo gran parte dell’anima che contraddistingue Philipp come uomo. La performance e il cronometro fanno certamente parte del suo dna, ma limitarsi a ciò ne svilirebbe enormemente il valore. Ama stare all’aria aperta, respirando il mondo outdoor in tutta la sua completezza e varietà.

“La corsa lo ha reso atleta, ma prima di tutto le montagne sulle quali è cresciuto ne hanno forgiato lo spirito, rendendolo oggi uno dei pochi sportivi che sa comunicare ciò che fa con grande semplicità e fascino indiscusso.”

Mi piace definirlo funambolo dell’impossibile, perché comprendo bene che cosa si prova quando si cammina a fil di cielo, in equilibrio su creste di roccia appuntite, tra nuvole e strapiombo. Questo è il suo vero playground, ma non solo.

Tanta esperienza a disposizione di SCARPA e BOA Fit System

Grande esperto di montagna e di trail running, Philipp collabora attivamente con SCARPA nello sviluppo di calzature che adottano tecnologie e soluzioni sempre più avanzate, come la nuova Scarpa Ribelle Run Kalibra dotata di sistema di chiusura BOA® Fit System, la sua calzatura preferita!

Ciao Philipp e benvenuto tra le pagine cartacee ed elettroniche di 4running!

Ciao Daniele, grazie mille per l’invito e per l’opportunità di parlare della nostra passione, sono molto felice di essere qui.

Di solito, quando intervistiamo un atleta, partiamo sempre dai risultati agonistici, mentre con te non possiamo fare a meno di chiedere di @theflyingflip, tuo profilo IG e tra i più belli dedicati agli sport outdoor. Ce ne parli?

La storia di “theflyingflip” è molto personale. Una storia che pochi conoscono davvero e che, chissà, forse un giorno verrà raccontata. Ma è la storia del sogno e dell’audacia, del fatto che con umiltà, coraggio, duro lavoro e passione si può ottenere tutto ciò che si vuole. Dal diploma di farmacista a un’ultracompetizione. È la storia di un bambino che in montagna si sente più a suo agio e compreso. E di come valga sempre la pena di andare avanti e non arrendersi mai per realizzare i propri sogni.

Sei nato e cresciuto in Valle Aurina, un playground incredibile per chi ama la montagna e a cui tu sei particolarmente affezionato.

Oh sì, la Valle Aurina è davvero un luogo da sogno per gli alpinisti, gli appassionati di sport invernali e i trail runner. Non sorprende che queste montagne abbiano prodotto alpinisti e sciatori così forti, come Kammerlander, Gietl, Eder. Il terreno è molto vario, dai facili single trail ai ghiacciai di alta montagna, tutto in un’area relativamente piccola. A ciò si aggiunge il carattere della gente del posto: molto modesta, laboriosa, tenace. Un mix perfetto per produrre alpinisti e sciatori di livello mondiale, e forse anche ultrarunner.

In una tua presentazione definisci la montagna così: “Il mio terreno ideale è quello alpino, so che la mia forza è dentro quelle rocce perché ogni cosa che ho imparato nella mia vita l’ho appresa sui sentieri vicini a casa mia”. La montagna magistra vitae, ce ne parli?

Magistra vitae colpisce nel segno. La montagna è un’insegnante senza volerlo. Non le importa nulla di quello che facciamo. Ma per me la montagna emana un fascino incredibile. È un simbolo della vita, così come l’ultrarunning ne è una metafora: un percorso pieno di salite e discese, a volte roccioso e a volte scorrevole. Non è forse questo il senso della vita? L’ultrarunning e l’alpinismo mi hanno insegnato il valore della vita, per la semplicità e la spensieratezza a essi legate e per la pace e la serenità che richiedono. Ho notato quanto sono diventato più calmo nella vita di tutti i giorni, perché grazie alla competizione posso conoscere aspetti che non avrei mai osato dominare.

Hai studiato a Innsbruck farmacia e poi ti sei trasferito a Stubai. Come sei riuscito negli anni a conciliare amore per la montagna e impegno nello studio e nel lavoro?

La montagna è sempre stata lì, un rifugio e un’oasi di pace per me. Quando faccio qualcosa, la faccio sempre al 100%, con impegno, cuore e anima. Ci sarebbero stati sicuramente altri studi in cui c’era più tempo per scalare le montagne. Farmacia è stata dura come un chiodo, ma credo che questo sia il mio stile di vita. Non ho mai scelto la via più facile.
Ho iniziato a correre a livello agonistico solo dopo la laurea, nel 2018. Mi sono appassionato davvero nel 2020, quando ho affrontato la mia prima ultra e ho capito che era esattamente quello che volevo fare. Credo che, se hai la passione e l’entusiasmo per qualcosa, troverai sempre il tempo e l’energia per farlo. E poi è solo una questione di priorità.

SCARPA ti ritiene un ottimo tester per sviluppare nuovi prototipi di calzature e soluzioni tecnologiche innovative. Credi che vivere la montagna in discipline differenti come hai sempre fatto tu possa aiutare nello svolgere nel migliore dei modi questo tuo ruolo?

Per me lo sviluppo dei prodotti è una parte importante del mio ruolo di atleta. Quasi nessuno spinge i prodotti al limite in un tempo così breve come noi. Ciò che funziona in situazioni estreme funziona anche nella vita di tutti i giorni. Il fatto che io pratichi diverse discipline in montagna mi aiuta sicuramente su molti fronti. Ma soprattutto mi piace l’idea del parallelismo tra lo sviluppo dei prodotti e il mio sviluppo personale come atleta. Si tratta del processo, del lavoro paziente, della dedizione, della volontà, della visione. Il processo mi entusiasma molto più del risultato finale. Ma naturalmente è estremamente bello vedere il prodotto finale sulle persone che lo indossano e soprattutto vedere le avventure e le esperienze che riescono a vivere con esso.

Dai tuoi feedback sul campo, il reparto R&D di SCARPA sviluppa nuove calzature, un lavoro difficile ed entusiasmante allo stesso tempo?

Mi piace lavorare con il team e fornire feedback. Abbiamo un super team con cui è estremamente divertente lavorare e in cui si cerca di progredire. Questo corrisponde al mio modo di essere atleta.

Recentemente hai dato un grosso contributo per lo sviluppo della nuova Scarpa Ribelle Run Kalibra dotata di sistema di chiusura BOA® Fit System. Ce ne parli?

Scarpa Ribelle Run Kalibra è il nostro nuovo fiore all’occhiello per la corsa tecnica fino alla maratona. Un notevole miglioramento rispetto alla Ribelle Run classica, soprattutto nella calzata, grazie al sistema BOA®. Abbiamo lavorato in particolare sull’avvolgimento a 360 gradi del piede nella zona del tallone e sul box migliorato nell’avampiede. Le due versioni disponibili HT e ST possono essere adattate individualmente alle rispettive superfici, che si tratti di sentieri duri o di sentieri morbidi. Una scarpa estremamente divertente sui trail tecnici dove, come me, si sente più a suo agio.

Quali sono i vantaggi di avere su una scarpa da trail running un sistema di chiusura rapida come il BOA® Fit System rispetto ai lacci tradizionali?

Il sistema BOA® non solo sostituisce i lacci classici, ma l’intera costruzione lo rende un valore aggiunto “dialed-in”. Si tratta di regolare la scarpa per ottenere una perfetta aderenza del piede alla calzatura. Oltre al sostegno migliorato, anche la rapidità di gestione e di regolazione è un grande vantaggio. Posso settare rapidamente la chiusura tra le salite e le discese ruotando qualche clic in avanti o indietro. Questo aumenta il flusso sanguigno nel piede in salita quando allento la scarpa e rafforza la tenuta per una discesa senza compromessi stringendola. E nessun cambio di scarpa in una stazione di ristoro è così rapido come con BOA®.

E se ti chiedessi come vedi Philipp Ausserhofer da grande, farmacista o responsabile R&D di brand come SCARPA e BOA®, cosa risponderesti?

È una domanda affascinante: al momento la farmacia è piuttosto lontana. Sono estremamente grato per gli studi, la laurea e l’ingresso nel mondo del lavoro. La professione di farmacista ha sempre soddisfatto la mia curiosità e la mia sete di conoscenza. Considero un enorme privilegio il fatto che mi sia stata data una nuova opportunità e che si sia aperta una nuova possibilità nello sport professionistico. Attualmente mi appassiona al 100% e voglio investire tutto in esso per non dovermi mai chiedere: “Hai dato tutto?”. Ma se c’è una cosa che l’ultra mi ha insegnato è la bellezza di non sapere cosa ci aspetta dietro la prossima curva. Quindi, se si tratterà di R&D o di marketing, solo il tempo ce lo dirà. Penso di essere solo all’inizio della mia carriera e che mi aspettano ancora anni meravigliosi dal punto di vista professionale. Naturalmente ho un piano B e C, ma lo affronterò quando sarà il momento. Penso sempre al presente e a trarre il meglio da questo istante. Il mio obiettivo è quello di correre, camminare e scalare le montagne con lo stesso entusiasmo anche tra 20 anni. Pieno di rispetto per la montagna, determinato, curioso e avventuroso – come lo sono oggi – allora sarò felice e avrò raggiunto il mio obiettivo. E poi, se tutto va bene, a 60 anni sarò seduto davanti alla nostra baita e racconterò il mio viaggio ai miei nipoti.

Daniele Milano nasce una buona cinquantina di anni fa in Valle d’Aosta. Cresciuto con la montagna dentro, ha sempre vissuto la propria regione da sportivo. Lo sci alpino è stato lo sport giovanile a cui ha affiancato da adolescente l’atletica leggera. Nei primi anni 90 la passione per lo snowboard lo ha letteralmente travolto, sia come praticante che come giornalista. Coordinatore editoriale della rivista Snowboarder magazine e collaboratore per diverse testate sportive di settore ha poi seguito la direzione editoriale della testata Onboard magazine, affiancando sin dal lontano 2003 la gestione dell’Indianprk snowpark di Breuil- Cervinia. Oggi Daniele è maestro di snowboard e di telemark e dal 2015 segue 4running magazine, di cui è l’attuale direttore editoriale e responsabile per il canale web running. Corre da sempre, prima sul campo di atletica leggera vicino casa e poi tra prati e boschi della Valle d’Aosta. Dal 2005 vive un po’ a Milano con la propria famiglia, mentre in inverno si divide tra la piccola metropoli lombarda e Cervinia. “La corsa è il mio benessere interiore per stare meglio con gli altri”