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Verona: una città da scoprire di corsa (2ª parte)

di - 14/02/2022

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Prosegue il nostro viaggio di corsa tra vie storiche, i monumenti e i palazzi della città di Romeo e Giulietta insieme a Isabella Calidonna e New Balance. Qui vi avevamo raccontato la prima tappa a Verona.

L’itinerario di Isabella si snoda lungo 10 km con partenza da Porta Palio alla volta di Castelvecchio, fino a Piazza San Zeno, al cospetto dell’omonima Basilica. Abbiamo poi seguito il Lungadige Cangrande per arrivare a Borgo Trento e all’Arsenale, con i suoi meravigliosi giardini. Isabella ha ripreso a correre verso il Ponte Scaligero e Ponte della Vittoria, proseguendo per via Armando Diaz fino a Porta Borsari. È qui che ci siamo fermati, ed è proprio da qui che riprendiamo la nostra experience, lasciamo il racconto a Isabella. 

 

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Piazza delle Erbe

Attraverso corso Borsari arrivo a Piazza delle Erbe. Una piazza meravigliosa situata in pieno centro storico. Suoni, colori e profumi si mescolano insieme ad arte e storia, creando un perfetto equilibrio. La sua antica funzione era quella di mercato delle erbe, ma non solo: c’erano sarti, mercanti di ogni genere, orafi e tanto altro. Non poco distante si trova anche Palazzo Maffei, di stile barocco ma costruito sui resti dell’antico Campidoglio romano. Ancor oggi Piazza delle Erbe conserva la sua antica vocazione, sempre in fermento e piena di gente a tutte le ore della giornata.

 

La fontana di Madonna Verona 

Qui si trovano la fontana di Madonna Verona, da non intendere come il nome della madre di Cristo, bensì della leggendaria fondatrice della città. Alcuni elementi della fontana sono di epoca romana, come la vasca in marmo e il corpo della statua. Invece il volto e le braccia sono integrazioni successive. Sullo sfondo la colonna di San Marco con in cima il suo Leone marciano, simbolo del dominio della Repubblica Veneziana.

 

L’arrivo in Piazza Duomo 

Riprendo la mia corsa e mi avvio verso Piazza Duomo. Per orientarmi osservo sopra i tetti, cercando il campanile del Duomo. Arrivata in piazza, lo vedo svettare con i suoi 75 metri di altezza, meraviglioso e sedimentato nel tempo, infatti ognuna delle parti che lo compongono rimanda a un’epoca diversa. La base risale all’età romanica, la sezione intermedia fu realizzata nel Cinquecento e quella finale è stata completata nel Novecento, quindi molto moderna. Anche la facciata e tutto il complesso del Duomo hanno origini molto antiche. Fu edificato sui resti di tre distinte basiliche paleocristiane, costruite in epoche successive, per poi avere un ulteriore ampliamento nel 1444. 

 

Verso caste San Pietro, che bella salita! 

Dopo questa meraviglia decido di affrontare la dura salita per raggiungere Castel San Pietro con il suo panorama mozzafiato. Un po’ nascosta, esiste una stretta scalinata in pietra che si raggiunge oltrepassando Ponte di Pietra, il simbolo della città che non si arrende poiché, nonostante sia stato distrutto da piene e bombardamenti, è sempre rinato dalle sue rovine. Da qui si può anche ammirare lo splendido Teatro Romano. Teatro che ancora oggi viene utilizzato per spettacoli all’aperto durante la bella stagione. Rimango estasiata dalla vista. Si può seguire con gli occhi gran parte del percorso cittadino dell’Adige.

 

Si ritorna verso il centro storico 

Avrei voluto rimanere più a lungo, ma decido di continuare, di scendere – la parte più semplice – e attraversare il Lungadige Teodorico, arrivando a Ponte Nuovo per poi rientrare in centro storico. In via Delle Arche Scaligere mi trovo di fronte la casa di Romeo. È una casa tipicamente medioevale, oggi di proprietà privata, per cui non è possibile visitarla. La bella facciata gotica del XIV secolo, però, si addice perfettamente alla storia d’amore di William Shakespeare.

 

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Le arche Scaligere

Dopo aver salutato Romeo, mi fermo presso le magnifiche Arche Scaligere, definite “uno dei più insigni e significativi monumenti dell’arte gotica”. Sono un complesso funerario in stile gotico, voluto dalla famiglia degli Scaligeri, che contiene le arche (o tombe) di alcuni illustri rappresentanti della casata, tra cui quella del più grande Signore di Verona, Cangrande, a cui Dante dedicò il Paradiso e a cui sono intitolate strade e il Lungadige.

 

Dalla sinagoga alla spettacolare arena 

Continuo e ripasso sia per piazza dei Signori sia per piazza delle Erbe. Arrivo alla Sinagoga che si trova al n. 3 di via dei Portici, proprio nel cuore del centro storico, nello stesso luogo dove prima sorgeva l’antico Ghetto della città. Ed ecco finalmente l’Arena, dove mi sento un po’ a casa. È il terzo anfiteatro romano per dimensioni, dopo il Colosseo e l’anfiteatro di Capua. Probabilmente costruita in età giulio-claudia, intorno al 54 d.C., quindi è più antica del Colosseo. Inizialmente si trovava fuori dalla cinta muraria, poi modificando i confini cittadini venne inglobata all’interno del tessuto urbano. L’interno lascia senza fiato per la sua grandezza e imponenza. La cavea può contenere più di 21.000 posti a sedere. Al centro troviamo la vera e propria Arena, che si chiama così perché la parte centrale veniva ricoperta di sabbia… e sapete come si dice sabbia in latino? Arena.

 

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Casa di Giulietta, la meta obbligata a Verona 

Dopo essermi riempita gli occhi di cotanta bellezza, riprendo il mio running tour e arrivo presso la Casa di Giulietta. Superato l’arco d’ingresso, mi accorgo che le mura del porticato non recano più le mille scritte che ricordavo in passato. Proprio lì ogni visitatore lasciava il suo messaggio a Giulietta, sperando che la giovane fanciulla, che sacrificò tutto per amore, potesse esaudire gli altrui desideri sentimentali.

Ovviamente non posso perdermi la sua tomba, così riprendo la mia corsa. Attraverso tutta via Cappello, da lontano vedo Ponte delle Navi e giro a destra, supero via dogana, via Macello. Continuo verso Lungadige Capuleti e arrivo a Via Franceschina, una stradina che conduce alla tomba di Giulietta. È un luogo che ti fa immergere nella suggestiva vicenda shakespeariana. Infatti è proprio qui che la tradizione vuole che si compia il tragico destino di Romeo e Giulietta, grazie al quale la loro commovente storia d’amore continua a sopravvivere nel tempo. Dopo questa full immersion in una delle vicende sentimentali più belle, romantiche e tragiche di ogni tempo, riprendo la strada per arrivare a Corso Porta Nuova. Mi fermo un attimo per voltarmi e rivedere un secondo i Portoni della Bra, accesso alla piazza Bra. Riparto alla volta di Porta Nuova, portando con me la bellezza di tutta Verona.

 

NEW BALANCE FRESH FOAM 1080V11, il parere di Isabella 

Anche questa volta ad accompagnarmi c’è stata New Balance con le nuove Fresh Foam 1080v11. Nello specifico questo modello ha un profilo aggressivo con rifiniture ben curate. Morbide e di grande comfort. Le Fresh Foam 1080v11 hanno un ritorno di energia strepitoso tanto che, durante il running tour, in alcuni momenti, credevo di volare. Sono perfette per i runner con appoggio neutro, come il mio, che cercano massima ammortizzazione sulle medie e lunghe distanze. Le ho usate per fare 10km, e l’ammortizzazione Fresh Foam è stata fantastica, assicurando appoggi molto morbidi per dissipare gli urti, specialmente tra i sampietrini e la pavimentazione sconnessa del Lungadige.

 

Come due guanti ai piedi

Appena indossate, la prima sensazione è stata di morbidezza, con il piede fasciato e ben bloccato grazie alla linguetta a soffietto e alla rete aderente sull’avampiede, dando una forte sensazione di stabilità. Sono leggere e confortevoli grazie alla tomaia Hypoknit con elasticità a zone in mesh aderente. Inoltre, la tomaia garantisce traspirabilità, leggerezza e un sostegno ottimale del piede. Sul retro c’è un UltraHeel leggermente imbottito che si allarga ed è piuttosto morbido e flessibile, offrendo così una calzata aderente e un sostegno ottimale per un comfort dal primo all’ultimo chilometro.

 

Caratteristiche tecniche

  • Marchio: New Balance
  • Modello: V11
  • Tipologia: ammortizzata
  • Peso: 263 g
  • Drop: 8 mm
  • Famiglia: New Balance 1080

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Di Isabella Calidonna | foto: archivio personale

Corro quanto basta, pedalo a giorni alterni, parlo troppo. Nelle pause mangio. Instancabile sostenitrice di quanto lo sport ti salvi. Sempre. Le mie giornate iniziano sempre così: un caffè al volo e il suono del GPS che segna l'inizio di un allenamento. Che corra, pedali o alzi della ghisa poco importa: l'importante è ritagliarmi un momento per me che mi faccia affrontare la giornata nel modo migliore.